Due recensioni a La pesatura dell'anima, di Clelia Farris (in
libro e in
eBook senza DRM), il romanzo vincitore del Premio Kipple 2010, sono uscite su due realtà editoriali diverse. La prima compare nella rivista digitale
Altrisogni, nel numero 4:
Nel romanzo La pesatura
dell’anima, con cui ha vinto il Premio Kipple 2010, Clelia Farris delinea un
mondo dove l’Egitto dei Faraoni ha attraversato i millenni per poi mutare con
una rivoluzione. Questa ha portato a una tecnologia che impiega piante e
animali al posto di macchine. Non solo: la Giustizia è in grado di comunicare
con l’entità Iside che, in cambio dell’anima del colpevole di un omicidio,
restituisce quella della vittima. È il migliore dei mondi possibili. O forse
no. Perché qualcosa va storto e inizia così un’indagine che è anche una
scoperta. In questo modo la Farris ci porta a conoscere le Due Terre e i suoi
movimenti ideologici, politici e religiosi e lo fa prevalentemente, ma non
solo, attraverso gli occhi di Naïma. Questa è una “normale” agente di polizia,
reclutata nella squadra speciale dei Sette: gli inquirenti che riportano in
vita le vittime. Mentre l’indagine procede, il passato e la tranquillità delle
Due Terre scompare, come anche la quiete della vita di Naïma. La pesatura
dell’anima è un solido romanzo poliziesco che si dipana in un mondo
dall’ambientazione tanto ricca quanto esotica. Forse troppo, nel senso che solo
un lettore motivato è in grado di giungere alla fine senza perdersi. Questo
perché l’autrice, con notevole bravura, ha impiegato la terminologia egizia,
innestandola in un contesto di neologismi ed espressioni gergali. Il risultato
è sfaccettato e multicolore… e in continuo movimento. La prosa è ben
strutturata con periodi costruiti in modo attento, senza sbavature. C’è
un’ombra sui personaggi, tuttavia: questi sono tanti, caratterizzati attraverso
tratti salienti, e l’impianto narrativo corale tende a schiacciarli, impedendo
loro di spiccare. Peccato inoltre per le scene d’azione, perché sono molto
concise, con dinamiche ridotte all’osso, essenziali sino a sfiorare il
minimalista. La perizia dell’autrice è indiscussa, la storia è originale e
l’ambientazione affascinante. Un romanzo insolito, da gustare.
Trama di fantascienza avvincente,
originale, interessante. Una sorta di thriller. La pesatura dell’anima
di Clelia Farris è un libro che si fa leggere, come si suol dire. Appassionante
e ben descritto, il lettore si immerge in atmosfere e ambientazioni surreali,
alternative a quelle conosciute, che spaziano dal mondo terreno a quello
dell’Aldilà, in un Egitto diverso da quello di oggi, complesso e articolato.
Con una perfetta armonia
descrittiva, in maniera scorrevole, l’autrice narra le vicende di personaggi
che vivono in un momento storico particolare, di evoluzione, tra tecnologia
avanzata, mutamenti climatici, politici e l’incombenza di una nuova società culturale
che vuole, a tutti i costi, nascere. Intrisa di leggende, di potenze
dell’antica Grecia, dell’India, e non solo, la storia miscela, sapientemente
verità storiche, come la mummificazione, la cremazione, le mitologie, a realtà
fantasiose, senza però apparire fittizie, forzate.
Naïma, personaggio centrale
dell’opera, poliziotta professionale e capace, entra nei Sette, un gruppo di
eletti, tutori dell’ordine supremo, in contatto diretto con esseri
soprannaturali su cui aleggia un intricato mistero. In un’avvicendarsi di
eventi relativi alle indagini su un omicidio, Naïma si trova a dover affrontare
dubbi e angosce sulla sua esistenza, sull’infallibilità dei Sette e della
società in cui vive.
D’effetto il dettaglio, non da
poco, della vittima dell’omicidio che resuscita nel momento in cui viene
punito, con la morte, l’assassinio.
L’Egitto immaginato dall’autrice
è affascinante e suggestivo, non di immediata comprensione, eppure, nella sua
stravaganza, appare realistico, coerente e non presenta incongruenze. Aiuta il
breve glossario inserito nel libro che guida alla comprensione di termini
arcaici o inventati. Inoltre, l’opera è un vero e proprio esercizio stilistico.
Scritta in maniera elegante, sobria, ricercata.