Un'intervista al vincitore dello Short-Kipple, Giuseppe Agnoletti
Kipple Officina Libraria è nota per le numerose iniziative editoriali e per il Premio Kipple per romanzi di fantascienza, nato soltanto nel 2008 ma che ha ottenuto, in ognuna delle tre edizioni tenutesi fino a oggi, vincitori illustri (basti citare il Premio Odissea Clelia Farris e i Premi Urania Francesco Verso e Alberto Cola).
Quest'anno l'officina ha inaugurato il Premio Short Kipple per racconti di genere (erano inclusi l'horror, il fantasy, la fantascienza e relative contaminazioni) che ha visto trionfare a pari merito "Zombie Carpocalypse" di Domenico Mastrapasqua e "Le balene di Maath" di Giuseppe Agnoletti.
Quest'ultimo, occorre precisare, si è piazzato tra i finalisti anche con altri due scritti: "Il maestro delle corde" e "Fiamme nere".
Per questo ACULEO.net lo ha notato e deciso di intervistarlo.
Innanzitutto benvenuto in questi lidi, Giuseppe. Noi ci conosciamo da un po', virtualmente parlando, ma non abbiamo mai chiacchierato insieme. Partiamo con la più classica delle domande: come hai iniziato a scrivere?
Sarebbe facile rispondere: «Con le mani…» ma, scherzi a parte, ho iniziato tardi, molto tardi. Mi ritengo un “creativo”. Mi piace fotografare. Un tempo sviluppavo i negativi in bianco e nero in casa. Suono la chitarra, all’occorrenza me la cavo bene a disegnare, e mi interesso anche di astrologia. Naturalmente leggo. Trovo naturale che a un certo punto io abbia trovato uno sbocco creativo anche nella scrittura, visto che sono introverso e che parlo poco. Tutto quello che entra nel cervello da qualche parte deve pure uscire.
Ci puoi parlare degli altri due racconti finalisti al Kipple? Di cosa parlano?
"Il maestro delle corde" è un racconto noir. Il classico tentativo da parte di un marito di eliminare la moglie, in una maniera del tutto particolare. Il tocco esotico è rappresentato dal bondage giapponese che ricorre per tutta la storia.
"Fiamme nere" è ambientato durante la prima guerra mondiale. Una storia bellica, quindi, ma anche fantastica, visto che uno dei personaggi è un soldato piuttosto particolare. E devo dire che questo tipo mi piace parecchio e forse lo metterò in campo in altre occasioni, chissà…
Sai che ho letto e amo in modo particolare "Le balene di Maath". Una storia maledetta ma che giudico profonda, in qualche modo epica. Come lo hai concepito?
In un certo senso su ordinazione. Giovanni Buzi, lo scrittore e pittore scomparso nel 2010, mi contattò tempo addietro per chiedermi se mi andava di scrivere una storia a “sfondo omosessuale” per una antologia. Io gli dissi che ci avrei provato. A lui piacque, ma in seguito mi disse che del progetto non se ne sarebbe fatto nulla.
Così ho utilizzato il racconto per altre occasioni e devo dire che si è comportato davvero bene; insomma piace abbastanza.
"Le balene di Maath" è un racconto di fantascienza, ma so che tu, come scrittore, ti senti più incline all'horror. Pensi che i tuoi migliori scritti siano horror?
Domanda difficile perché difficile è auto giudicarsi. Io nasco come scrittore del fantastico, poi ho virato verso l’horror. Tuttavia la mia produzione è multiforme, ci puoi trovare della fantascienza, del comico o del grottesco, spessissimo elaboro racconti con una ambientazione storica. Nel mio DNA c’è il senso del passato in una maniera viscerale; non posso fare a meno di parlarne. Quando vedo una casa abbandonata provo forti emozioni e mi chiedo chi ci possa aver abitato, cosa facevano e come vivevano… e quando accadeva tutto questo?
Tu è un po' che sei sulla breccia. Che idea ti sei fatto del mercato editoriale in Italia? Si sta creando lo spazio per gli emergenti? Se sì, in che misura?
Poco alla volta mi pare che le cose cambino e che l’endemica esterofilia dalla quale siamo afflitti stia lentamente venendo meno. Tempo fa leggevo che un’altissima percentuale di libri pubblicati vendeva solo una copia…
A livello di concorsi, quali ti senti di consigliare a chi vuole farsi conoscere?
In genere quelli che danno a possibilità di una pubblicazione, magari senza tasse di iscrizione. Oppure quelli che offrono ricchi premi, parlo di 1.000 – 2.000 euro o anche più. Non tanto per il sostanzioso emolumento in palio, ma perché si tratta di manifestazioni dove ci sono parecchi partecipanti. Addirittura so di scrittori che si organizzano in cordate allo scopo di realizzare un racconto di ottimo livello. Bene, vincere una di queste manifestazioni credo possa dare una bella sferzata di vigore alla propria autostima. Un tempo c’erano il Lovecraft e il Robot, ma sono scomparsi da alcuni anni. Tuttavia mi pare che il vecchio premio Lovecraft stia tornando alla ribalta col nome di Premio Algernon Blackwood. Da evitare quelli che richiedono una grossa somma per l’iscrizione e offrono come premio l’antologia del concorso, magari realizzata da un ente quasi sconosciuto e con visibilità praticamente zero.
Ci sono poi le selezioni della Delos, tramite il forum della WMI. Hanno realizzato un'antologia di racconti erotici, adesso sono in corso le selezioni per un'antologia horror e per 50 racconti brevi da pubblicare in uno speciale della rivista dedicato alla fantascienza.
Molto duri sono il Circo Massimo e il RiLL; ovviamente parlo di concorsi per letteratura di genere, non mainstream.
Le maggiori soddisfazioni che hai ottenuto in questo campo? Qualche pubblicazione di cui ti senti di parlare?
L’antologia "L’altalena", pubblicata da Edizioni XII in collaborazione con la Tela Nera e nella quale ho piazzato ben tre racconti. E le numerosissime altre raccolte nelle quali sono presente fra cui, prossimamente, quella del Premio Short Kipple, dove riesco a bissare la triplice presenza. Peccato che io non riesca a darmi da fare per il grande balzo con un romanzo.
A livello di letture , quali sono a tuo avviso le pietre miliari che uno scrittore emergente - di genere - dovrebbe aver letto?
Ognuno ha i propri gusti, pietre miliari ce ne sono a bizzeffe. Dico qualche titolo a caso: Il Club Dumas, di A.P. Reverte; Il Nome della Rosa, di U. Eco; I pilastri della Terra di K. Follet; Il ciclo della Fondazione di Asimov e tantissimi altri. Non bisogna mai smettere di leggere.
Negli ultimi tempi leggo i romanzi di Mauro Corona, quello del Vajont; molto belli, riescono a trasmettere in maniera notevole quel senso del passato a cui mi riferivo prima.
Parlando di emergenti, c'è qualche libro che vuoi consigliare ai lettori di Aculeo?
Sì, volentieri. Ne approfitto per consigliare il lavoro di uno scrittore emergente che mi ha impressionato: "Il diciottesimo vampiro", di Claudio Vergnani. Un esordio col botto è dire poco. Un libro che ho divorato dalla prima all’ultima pagina. Davvero eccellente, credetemi. Un libro che dimostra come certi nostri autori nulla abbiano da inviare agli americani.
Infine, la domanda delle domande: cosa pensi dell'editoria a pagamento?
Tutto il male possibile. Fra l’altro è anche una cosa piuttosto stupida. Se uno davvero ci tiene ad avere il proprio nome sulla copertina di un libro da distribuire a parenti e amici ha ben altre strade, più economiche e soddisfacenti.
1) Autoprodursi il proprio volume in casa, l’unica problematica è poi farlo rilegare.
2) Commissionare a una tipografia tutto il lavoro.
3) Rivolgersi ai siti che producono volumi in digitale.
"Già, ma chi mi distribuirà il libro?" Non è un problema, perché l’editore a pagamento farà solo finta di distribuire il tuo, in realtà non accadrà MAI.
Un sentito grazie a Giuseppe Agnoletti per la sua disponibilità e un doveroso in bocca al lupo per la sua carriera da parte di tutta la redazione di ACULEO.net.
Recensione a Palo Mayombe 2011 - Kipple Officina Libraria
“Con la difficoltà che mi è propria quando è di scena l’autocitazione, non si può negare che i miei lavori hendrixiani, Rock, Il Vento urla Mary, Palo Mayombe e Ancora il vento piange Mary siano purissima rock horror fiction”.
E se lo dice Arona in persona con una dichiarazione in esclusiva per il nostro saggio “Horror Rock, la musica delle tenebre” allora bisogna credergli sul serio.
Andiamo con ordine: sull’argomento “Rock Horror Fiction” se n’è parlato parecchio sul questo blog. Chi non ha memoria corta sa per certo che gli ultimi romanzi di Mario Gazzola (Rave di Morte) e Luigi Milani (Nessun Futuro) sono tranquillamente ascrivibili a questo genere “di confine” tra la narrativa di genere e l’immaginario rock legato soprattutto alle icone più autodistruttive e tormentate.
"Palo Mayombe" non sfugge a questa categorizzazione mischiando una storia nerissima, quasi esoterica (sia per stile ricco di particolari e simbolismi nascosti che per contenuti) con la vicenda di un giovane chitarrista (uno dei tanti alter ego di Arona) legato in modo maniacale alla figura ombrosa di Jimi Hendrix.
Edito in un primo momento dalla casa editrice Dario Flaccovio, Palo Mayombe è un romanzo che viene riproposto in forma nuova da Kipple Officina Libraria.
La spiegazione ci viene data dallo stesso autore in un’intervista recente sulla rivista on line Knife:
“Palo Mayombe 2011 è in termini cinematografici il remake di quello pubblicato per Flaccovio nel 2004 con qualche elemento in più e soprattutto un nuovo finale connettivista”.
Sul romanzo ci torneremo a breve.
Ma cos’è questo fantomatico culto che tutti hanno sentito nominare ma nessuno conosce davvero? Così lo descrive l’antropologo Andrea Brocchi Modrone sul sito Riflessioni.it:
“Scrivere sul Palo Mayombe è una sfida, la più grande sfida che un uomo possa trovare innanzi. Significa scontrarsi non solo con la Tradizione, dovendola spiegare senza “svelarne” le trame iniziatiche segrete, ma anche scontrarsi con i luoghi comuni, che lo dipingono come pura magia nera condita da sacrifici di sangue e rituali cruenti, e scontrarsi, infine, con la stessa natura del Palo, che è sciamanico e che differisce da “rama” a “rama”, ossia da tradizione a tradizione, perché non esiste un solo modo di vivere/seguire il Palo. Il Palo Mayombe è una tradizione che proviene dal Congo ed è stata portata a Cuba nel triste periodo della tratta degli schiavi. Come la più famosa santeria, o il vudu o altre tradizioni di origine africana trapiantate nella diaspora, ha una struttura sincretica, ossia si è mescolata al cattolicesimo dando origine ad una curiosa mescolanza in cui dietro santi cattolici si vengono a celare antichi spiriti africani. Nel Palo Mayombe questi spiriti sono chiamati Mpungos e sono considerate le manifestazioni del Dio unico Nsambi”.
Danilo Arona, uno che sul lato oscuro della spiritualità umana ha costruito una serie di romanzi unici e indefinibili (“Santanta” ci sta a pennello in questa recensione), non si tira indietro costruendo un romanzo dove forze ancestrali e meta empiriche flirtano con le vicende puramente (e mestamente) terrene dei vari personaggi del libro (strambi, eccessivi, tremendamente "aroniani") influenzandole in un gioco di specchi e rimandi che sono tipici della narrativa dell’autore di Bassavilla.
Di sicuro “Paolo Mayombe” è uno dei romanzi più complicati ed eterogenei letti da me finora nella sua sconfinata bibliografia. Un coacervo di mefistofeliche atmosfere caraibiche e di desideri prosaicamente umani di possedere la triade occulta che da sempre richiama alla dannazione più pura: sesso, droga e rock’n’roll.
Di sicuro un lettore attento potrà notare che un elemento caratterizzante del romanzo, la mutazione del corpo dettata da una infestazione demoniaca è presente (anche se in forma diversa) in altri suoi illustri libri. Pensiamo all' “L’Estate di Montebuio” (Gargoyle Books) o al Segretissimo Mondadori “La Croce sulle labbra”.
Il demone che diviene carne e chiede un tributo di morte è uno dei temi principe della letteratura dell’orrore e Arona non ha intenzione di scontrarsi con questa cupa tradizione, costruendo una storia dove musica e desideri inconsci, squallore terreno e visioni paranormali, sesso e morte, ritagliano un affresco atipico e per questo affascinante.
Perché come scrive Gary Herman in “Rock Babilonia” (tra l’altro tradotto proprio da Arona nel 2004) :”Il Rock’n’Roll è il simbolo dei sogni più segreti dei giovani e scava nell’abisso vergognoso tra i sessi”.
Il sesso diviene il grande livellatore delle vicende umane, nella disperata e mai appagata ricerca del successo e dell'immortalità. La vita che va oltre la vita, quindi la morte. Il Rock che divora i suoi figli (la copertina del libro è eloquente in tal senso).
Organi - manuale di scrittura anatomica
Disponibile su www.kipple.it e in tutti i portali italiani dedicati il romanzo "Organi" di Alda Teodorani, in versione eBook.
Una scrittrice che decide di trovare l'uomo perfetto. Si trasformerà in una sorta di serial killer che colleziona pezzi anatomici di uomini che la attraggono in modo da "comporre" il suo uomo ideale. Una serie di racconti noir fulminanti, intrisi di un macabro senso del sesso, squisitamente noir.
In esclusiva a prezzo più vantaggioso su Kipple Officina Libraria
Altri Sogni digitali
Vi suggeriamo questo “Altri Sogni” pubblicato dalla Dbooks (www.dbooks.it), un magazine digitale con racconti, interviste, notizie e recensioni alla cifra spaventosa di 2,88 euro. Il primo numero contiene 8 racconti inediti di autori esordienti o affermati per 86 pagine e un’intervista al Premio Urania Alberto Cola, eccellente autore di fantascienza - ricordiamo “Ultima Pelle” edito da noi (Kipple) e “Lazarus” (Mondadori). Il secondo numero arriva a 106 pagine e 10 racconti e l’intervista è ad Adriano Barone, autore dell’ottimo “Carni (e)strane(e)” (Mondadori).
Quindi, avete capito il genere: weird, fantascienza e horror.
Lo staff è veramente professionale, i racconti sono ben selezionati e meritevoli, ci sono tanti margini di miglioramento (questo significa che siamo sicuri che crescerà e ha tutti i numeri per diventare un riferimento della narrativa di genere a livello nazionale) e infine ci piace il prezzo di 2,88 euro, che dà ragione a chi sostiene che i prezzi dei libri digitali possono essere più bassi di quelli che attualmente praticano le grandi case editrici.
Il nuovo romanzo di Clelia Farris
Ha pubblicato diversi racconti su Fantasy Magazine e Robot e nel 2009 ha ottenuto con "Nessun uomo è mio fratello" un nuovo prestigioso riconoscimento vincendo la prima edizione del Premio Odissea (Delos). Nel 2010 ha vinto il Premio Kipple con questo "La pesatura dell'anima", già disponibile da qualche giorno in eBook e adesso uscito in cartaceo nella collana "Avatar" della Kipple.
In un Egitto minacciato dalla desertificazione, i Movimentisti si ribellano al tradizionale attaccamento alle Due Terre degli Stanziali. I movimenti centrifughi sono presenti anche nella politica e nella religione, dove i Mitriaci combattono l’ortodossia della Religione tradizionale.
In questo scenario i Sette (un gruppo elitario di Giudici, in contatto con l’Aldilà), si rende conto di aver sbagliato un verdetto di condanna a morte per un misterioso infanticidio. Le conseguenze saranno pesanti, il loro patto con il Regno dei morti vacillerà e la situazione sarà aggravata da un nuovo omicidio.
Disponibile all'acquisto sul sito Kipple.
Un gioiellino da non perdere assolutamente, in modo particolare per chi ama le ucronie, lo steampunk e i misteri dell'antico Egitto.
Recensione di Palo Mayombe, di Danilo Arona
Un altro grande libro dell’eccellente Danilo Arona, edito in veste rinnovata da Kipple Officina Libraria, per la collana Avatar e disponibile sia in formato ebook (ad un prezzo davvero irrisorio, praticamente regalato) che nel classico ed elegante cartaceo.
L’ancestrale e oscura pratica occulta del Palo Mayombe, originaria del cuore dell’Africa ed importata nel bacino caraibico, intreccia in una rete apparentemente inestricabile i destini di personaggi famosi ed uomini ordinari, rock star e ambigui individui, nonché eventi di rilevanza mondiale: tutti elementi che si trovano ad essere tragicamente ed enigmaticamente accomunati da quel primigenio rito, che non si sa come interrompere, anzi “ha sempre più fame. In giro, per il mondo, prolificano le Cazuele. Serve più gente, ogni giorno di più”.
Consigliatissimo!
Il sito di Danilo Arona: www.daniloarona.com
Il sito di Kipple: www.kipple.it - Acquista l'ebook qui oppure il cartaceo qui.
La scheda su aNobii.
"Non fatemi rubare, fate così"
Primo, il prezzo: "In generale voglio che il modello dei prezzi sia semplice e trasparente. Non mi dispiace una piccola differenza di prezzo tra un film e l'altro in base all'età del film stesso. Noleggiarlo non dovrebbe costare più di 1/3 del prezzo del cinema. Acquistarlo non dovrebbe costare più che guardarlo al cinema. I prezzi degli abbonamenti mensili non dovrebbero superare quello di 3 spettacoli al cinema. Le serie TV dovrebbero costare 1/3 del prezzo dei film. Si paga per i contenuti, non per l'ampiezza della banda".
Secondo, le lingue: "Potrò avere l'audio in tutte le lingue in cui il contenuto viene rilasciato. Dopo aver acquistato un film, tutte le lingue saranno utilizzabili. I fan potranno legalmente creare e diffondere sottotitoli per qualsiasi contenuto"
Terzo, i vantaggi: "Il contenuto per il quale ho pagato sarà subito disponibile. Il contenuto sarà privo di pubblicità o avvertimenti sulla violazione del diritto d'autore. Posso ricercare film e serie TV per anno, regista, lingua, nazione, genere, ID su iMDB, ecc.".
Quarto, le date di uscita e la disponibilità: "La data di uscita è globale. Non ci saranno limiti riguardanti il paese in cui vivo. Potrò scaricare praticamente ogni film esistente"
Quinto, i diritti: "Potrò guardare il film con qualsiasi dispositivo e senza distinzioni di formato. I film non saranno legati al provider del servizio, e dovranno essere privi del Digital Right Management in caso di acquisto. Potrò facilmente capire quali sono i miei diritti sia che io acquisti i film, li noleggi o li guardi in streaming con l'abbonamento".
Edgar Rice Burroughs: Tarzan su Marte
Edgar Rice è uno dei pionieri dalla fantascienza, è il creatore di Tarzan (1912), del primo ciclo di romanzi ambientati sul pianeta rosso (John Carter di Marte), inaugurato nel 1913, ma anche di un ciclo ambientato su Venere (dal 1934). A quanto ci risulta Tarzan non è mai stato su Marte o su Venere: non mi pare fosse (e sia) un'idea balzana visto che Tarzan è stato al Centro della Terra in un suo romanzo, che è ben più difficile!
Le balene di Maath / Zombie Carpocalypse - eBook
Segnaliamo l'uscita di questo ebook Kipple: Le balene di Maath / Zombie Carpocalypse. L'epub, come al solito senza DRM, contiene i due splendidi racconti vincitori del primo Premio Short-Kipple: Le balene di Maath, di Giuseppe Agnoletti, e Zombie Carpocalypse, di Domenico Mastrapasqua.
L'epub è disponibile per il download, al prezzo ridicolo di 1€, cliccando su www.kipple.it/index.php?route=product/product&product_id=229 oltre che su altre piattaforme di vendita online, come Simplicissimus; presto, in vendita metteremo la versione cartacea, che costerà 3€.
La redazione di Kipple Officina Libraria desidera ringraziare, complimentandosi, i vincitori del Premio.
Kipple: 5 anni avanti
[tratto da booksblog.it, pubblicato da Roberto Russo]
Più o meno un anno fa vi chiedevamo quanto dovesse costare un eBook secondo voi. La maggior parte delle risposte al nostro sondaggio indicava che un eBook dovrebbe costare il 50% in meno rispetto al cartaceo, anche se nei commenti si affermava che dovesse essere molto più basso.
Dallo scorso anno di acqua ne è passata sotto i ponti e il mercato degli eBook è in continua crescita (anche se rimane il fatto che se ne parla molto, moltissimo rispetto a quanti eBook si vendono nella realtà). Per il discorso dei prezzi, va sempre più maturando la coscienza degli editori che il prezzo deve essere tenuto basso: chi non li abbassa è destinato ad uscire dalla logica del mercato, anche per via della politica dei prezzi messa in atto dagli autori che si autopubblicano direttamente, senza passare dagli editori.
Ma abbassarli di quanto? Secondo Kevin Kelly da qui a cinque anni i libri digitali costeranno 99 centesimi. Lo stesso Kelly afferma che questa non è certo una buona notizia per gli editori né per gli autori, ma lo è, senza dubbio, per i lettori.
Comunicato stampa nascita ALTA
Cari amici,
è con estremo piacere che vi comunichiamo la nascita di ALTA – Associazione - Laboratorio di TransArchitettura, progetto nato come un'evoluzione di un'idea consolidata dell'Associazione Italiana Transumanisti, ossia quello dei Laboratori Transumanisti. ALTA, pur conservando una propria libertà di azione, manterrà stretti i rapporti con l'AIT, dato che l'obiettivo di ALTA è quello di avviare una serie di progetti culturali tesi a riflettere sui rapporti tra disciplina architettonica (e la sua evoluzione) e la condizione che a breve potrà definirsi come contemporanea: il Postumano. La linea di ricerca di ALTA si può infatti riassumere nell'indagine delle possibili sinergie tra gli sviluppi tecnici e artistici dell'architettura e l'evoluzione autodiretta dell'uomo.
È molto importante sottolineare fin da subito che non si deve intendere il termine "TransArchitettura" come la contrazione di Architettura e Transumanesimo. bensì come qualcosa di molto più sottile: dalla radice di "trans", che rimanda a un qualche al di là dell'oggetto in questione, ALTA si occuperà di studiare e riflettere sulle manifestazioni dell'architettura che trascendano la fisicità dei suoi prodotti. Non a caso l’acronimo ALTA rimanda al nome della città futura e fantastica nata dalla penna di Francesco Verso, dal suo libro Antidoti Umani.
In concreto, oggetto di studio saranno l'immaginario architettonico, i rapporti tra architettura, cinematografia e letteratura, utopismi tra i più vari e colorati, le più eterogenee evoluzioni che la tecnologia permetterà di apportare agli edifici diffusi e alle emergenze... Insomma, tutto ciò che è realmente importante: l'etereo, il superfluo! Purché sia splendidamente futile...
Dichiariamo quindi nato oggi, 8 marzo, il progetto ALTA, data in cui ricorre la Rivoluzione di febbraio in Russia, coincidente secondo il calendario ortodosso con il 23 febbraio, anniversario della presa della Comune di Parigi, nonché giorno in cui venne stilato e stampato lo statuto dell'Associazione. Non sono date casuali: è solo nelle rivoluzioni che si ha quell'arricchimento di beni simbolici capace di dare una radicale evoluzione all'immaginario collettivo!
Cogliamo l'occasione per annunciare anche l'elezione di cinque membri ad honorem, che ci hanno reso la gioia di accettare e collaborare con noi:
Sveva Avveduto - direttrice CNR IRPPS;
Sandro Battisti - scrittore;
Riccardo Campa - filosofo;
Fabio Fornasari - architetto;
Francesco Verso - scrittore;
Come vedete, soltanto uno tra questi è un architetto, e tra l'altro neppure un architetto puro. Questa è una delle peculiarità di ALTA: saremo sempre a margine dell'architettura. Questo, crediamo, e ne siamo convinti, è l'unico modo per tornare a parlare, in modo serio, di architettura!
Chiunque voglia entrare in contatto con noi, o far parte del nostro gruppo, non deve far altro che inviarci una e-mail all'indirizzo: emmanuele.pilia@gmail.com
Emmanuele Jonathan Pilia
Massimiliano Ercolani
Guido Massantini
Giampiero Rellini Lerz
Le uscite di Alda Teodorani su Kipple.it
Gli eBook sono acquistabili sia sui principali eshop del Paese (grazie a www.simplicissumus.it), sia sul proprio sito www.Kipple.it, a prezzi ancor più scontati.
In questo sito è consultabile un “angolo” dedicato esclusivamente ad Alda (www.kipple.it/index.php?route=product/category&path=107) dove, per il momento, è stata pubblicata un’intervista e l’introduzione del magister Valerio Evangelisti a Belve, il suo ultimo romanzo, che noi della Kipple pubblichiamo da subito al prezzo di lancio di 6 euro. È anche presente una scheda biografica della scrittrice.
Periodicamente l’Alda’s Corner sarà aggiornato con altri eBook insieme ad altro materiale interessante. Seguitelo!
Avete voglia di caricare le pubblicazioni di Alda sul vostro iPad o sul vostro eBook Reader?
Da un post
Finzioni Digitali / Come leggere un ebook senza un e-reader?
Diciamocelo: siamo pigri e timorosi. Timorosi di abbandonare care e vecchie abitudini per sperimentare nuove cose; timorosi di essere delusi dalle sedicenti novità; timorosi anche di spendere un sacco di soldi inutilmente. E allora niente da fare, per il momento restiamo fedeli ai libri di carta e poi chi vivrà vedrà… Ma se ci fosse un modo per leggere un ebook senza dover spendere nulla, senza dover acquistare un lettore apposito, facendo tutto comodamente sul nostro computer o sul nostro smartphone?
Questo modo c'è – anzi, questi modi. Sono programmi, software gratuiti da scaricare in un attimo e installare in due attimi. Del resto, chi usa un computer legge un ebook ogni volta che apre un file pdf o un txt o anche un doc – ok, magari i grafici delle vendite o il manuale della lavastoviglie non sono *esattamente* un ebook, ma il formato è lo stesso. Come fare a leggere questi file – quando essi contengono, per esempio, un romanzo – facendo sì che la lettura su schermo assomigli un po' a quella di un libro di carta, è ciò che oggi vi spieghiamo in Finzioni Digitali. L'abbiamo detto: basta scaricare dei programmi, vediamoli:
1) Stanza
Un programmino pensato per iPhone, iPad e anhe iPod ma che esiste in formato "desktop" anche per computer Mac e (seppur con funzioni ridotte) per Windows. Funziona un po' come iTunes: permette cioè di catalogare i propri ebooks, di sfogliarne le copertine, e di modificare il layout quando si legge (ingrandire i caratteri, la spaziatura tra le righe etc.). Legge praticamente tutti i formati, tranne quello dei "Kindle books", gli ebooks di Amazon in formato mobi. Per questi esiste…
2) Kindle Apps
Si tratta di sette software gratuiti per sette piattaforme diverse, che consentono di leggere gli ebooks di Amazon praticamente ovunque: sul PC, sul Mac, sull'iPhone o lo smartphone Android e persino sul BalckBerry! Non avete un Kindle? Non è un problema.
3) EPUBReader
Se poi siete proprio pigri, o passate davvero tutta la giornata di fronte al monitor, EPUBReader è quello che fa per voi: una semplicissima estensione per Mozilla Firefox, che legge il formato epub (il più diffuso) direttamente nel browser, C'è un signore tanto gentile che ha fatto un video per spiegare come si installa!
4) Adobe Digital Editions
Un programma a tutto tondo, ben strutturato, che si scarica gratis e serve a sua volta per scaricare ed aprire ebooks comprati in rete (soprattutto quelli gravati da pesanti DRM…), per catalogarli e per leggerli sullo schermo. Bello e utile, come tutte le cose che fa Adobe, anche se è un po' triste pensare che è associato a un tipo di mercato del libro digitale pieno di restrizioni.
Infine, esiste anche il più famoso programma per chi legge ebooks: Calibre, che ad essere sinceri serve soprattutto a effettuare operazioni di conversione tra formati diversi e di gestione della propria libreria, ma che ha al suo interno anche una specie di visualizzatore il quale permette di sfogliare – ora sì – tutti i formati più diffusi.
Non avete più scuse. E non per "convertirvi" al digitale e "abiurare" il libro di carta: questo è un falso problema, perché le due tipologie di lettura non si escludono, ma si integrano a vicenda. Non avete più scuse per leggere un ebook – sul vostro computer, sul vostro telefonino – farvi una foto e mandarla al nostro concorso!
Prestiti, self-publishing, micropagamenti: il dibattito a Ebook Lab Italia
Il mercato è ancora esiguo ma si conferma in continua crescita. Secondo le stime dell’Associazione italiana editori (Aie) e dei principali protagonisti dell’editoria digitale, i titoli elettronici disponibili in questo momento in Italia sono circa 7 mila su un totale di 450 mila libri complessivi (0,1%). Lo scorso dicembre erano 5.900 e si prevede che possano arrivare a 20 mila entro la fine del 2011.
L’aggiornamento delle cifre sugli ebook avviene a Rimini, dove è in corso la tre giorni di mostra e convegno sull’editoria digitale, Ebook Lab Italia. «Tenere questo incontro adesso è importante proprio perché si può dare un indirizzo a un mercato che è ancora embrionale» sottolinea Antonio Tombolini, amministratore delegato di Simplicissimus Book Farm, tra gli organizzatori dell’evento. E infatti a Rimini, come da previsione, sono arrivati tutti gli attori del mondo ebook, per confrontarsi su temi che spaziano dai contenuti ai supporti tecnologici, al modello di business.
«I libri di carta spariranno di sicuro» ha proclamato Riccardo Cavallero, direttore generale Libri Trade di Mondadori. Nella sua relazione ha sottolineato che, come per i giornali cartacei e online, anche nel campo dei libri si è già entrati nella fase in cui il vecchio sistema è in crisi ma il nuovo prodotto (l’ebook) non è ancora in grado di produrre ricavi sufficienti. «Pubblicare in digitale tutto, pubblicarlo subito, pubblicarlo economico», la ricetta immediata. Sul lungo periodo, invece, un più profondo cambiamento strutturale: «Stiamo studiando le modalità per poter arrivare a vendere abbonamenti anziché singoli ebook al prezzo di copertina. A quel punto l’editore diventerà una sorta di grande bibliotecario: non venderà libri in senso proprio ma licenze d’uso, così come fanno, per la tv, Sky o Mediaset Premium».
Nell’attesa, gli e-lettori potranno iniziare a procurarsi titoli in maniera alternativa già nelle prossime settimane. Marco Croella, alla guida dei servizi editoriali di Simplicissimus Book Farm, ha infatti annunciato l’avvio di un sistema di prestito, per un giorno o una settimana, di singoli titoli. Possibile inizialmente solo dallo store di Simplicissimus, al prezzo medio di 99 centesimi per 24 ore, il meccanismo sarà poi esteso anche agli altri negozi online legati alla piattaforma e sarà basato sul Drm di Adobe, che in questo caso funzionerà come un sistema di protezione a tempo. «Lo stesso principio – aggiunge Croella – potrà essere applicato nei prossimi mesi anche per il prestito di ebook da parte delle biblioteche». Un fronte quest’ultimo su cui si è già mossa la piattaforma di Rcs, Feltrinelli e Gems, Edigita. «Grazie a un accordo con MediaLibrary, struttura di servizi digitali, da metà marzo le biblioteche potranno acquistare i file con gli ebook dei nostri editori e poi gestirne il prestito» spiega il direttore generale Renato Salvetti. Ancora da Simplicissimus, l’ultimo annuncio della giornata: l’apertura tra pochi giorni, in forma di applicazione gratuita per iPad, di Stop, la prima edicola online dove poter acquistare (e conservare) i giornali.
Sistemi di pagamento e self-publishing, infine, gli altri temi forti della giornata. Marco Calvo, responsabile dell’archivio web di libri e musica Liber Liber, ha sostenuto nel corso di uno workshop l’ipotesi di forme di micropagamento online per i singoli contenuti digitali: «Quello del libro è un mercato povero: questa soluzione aiuterebbe gli autori indipendenti e favorirebbe la qualità della produzione», ha spiegato. L’argomento dell’autopubblicazione è stato affrontato sia da Antonio Tombolini che da uno scrittore in prima persona, il polacco Piotr Kowalczyk. Il primo ha ricordato il programma di self-publishing digitale di Simplicissimus, Narcissus, un esperimento «utile ai lettori per farsi leggere e agli editori per scovare autori da un bacino più ampio».
Kowalczyk, invece, ha raccontato la sua esperienza di autore che si è autopubblicato. Collezioni di racconti brevi destinati ai telefoni cellulari, perlopiù, la sua produzione: scaricata oltre 50 mila volte e disponibile, tra gli altri, su Amazon, Kobo e Barnes & Noble.
Più crudeltà, meno psicofarmaci
E val bene la pena, anzi la “crudeltà”, di spendere alcune parole sul grande commediografo francese, creatore del “Teatro della crudeltà” (manifesto scritto nel 1932).
E Artaud lo merita almeno per due motivi: primo, per aver formulato teorie sul teatro e sulla parola, che sintetizzano concetti antichi e moderni, e aprono nuova luce sulla letteratura, la poesia e il teatro; luce che permette oggi di avere ancora un’arte valida, piena di pathos, di emozione vera (di crudeltà, appunto), di un’arte che si avvicina al “panta rei” del divenire della vita umana. La reazione al positivismo da un lato, e al dogmatismo religioso dall’altro, dà nuova vitalità all’arte, e l’oscurità e l’esoterismo non rappresentano più soltanto il maligno, ma un mondo di esperienze magiche. Dice Artaud: "Le parole, oltre che nel senso logico, saranno usate anche in senso incantatorio, veramente magico, non soltanto cioè per il loro significato, ma anche per la forma e per le loro emanazioni sensibili”. E ancora: “Le idee che ho le invento soffrendole io stesso, passo passo, io scrivo soltanto ciò che ho sofferto punto per punto in tutto il mio corpo, quello che ho scritto l'ho sempre trovato attraverso tormenti dell'anima e del corpo”. Due temi anticipatori dell’arte novecentesca (la parola come suono e il corpo come oggetto d’arte).
Ma non dimentichiamo il secondo motivo per cui vale ricordare questo immenso artista: nel 1937 Antonin Artaud viene arrestato, gli viene messa una camicia di forza e viene rinchiuso in diverse cliniche, dove sperimenta cinquantuno cadute in coma da elettroshock.
Non finiremo mai di raccontare le crudeltà, queste sì, maligne, della pseudosienza medica dell’Ottocento e metà Novecento. Ancora oggi, si parla di questa tecnica che “ottiene alcuni risultati utili”, che ha cattiva fama perché “qualcuno ne ha abusato” e se ne parla male in film e libri (Wikipedia)!
Secondo noi, ogni singola seduta di elettroshock è un abuso del corpo umano come della mente, perché, anche se vi fossero stati miglioramenti, non vengono considerati gli effetti collaterali fortemente dannosi della tecnica.
Ma anziché parlare dei sostenitori di questa tecnica, che credo e spero siano in via di estinzione, vorrei aprire una polemica sulle tecniche che oggi sotituiscono l’elettroshock: gli psicofarmaci. Antidepressivi, ansiolitici, ipnotici, sonniferi. La nostra idea è che ancora oggi che la medicina non ha il controllo completo degli effetti e dell’uso di questi farmaci; l’approccio è ancora troppo empirico, cioè si valutano solo gli effetti desiderati, sottovalutando quelli collaterali e le cause della malattia che dev’essere curata. In questo caso, ci rendiamo conto, esistono casi per cui questi farmaci hanno effetti benigni e che curano la malattia, ma pensiamo siano molto meno di quanto la medicina crede (o fa credere), quindi denunciamo con forza il grande abuso in quantità (e in qualità) di psicofarmaci, che oggi i medici prescrivono come fossero caramelle.
Ebook, com'è andato il primo anno
Tutti parlano di crescita, di percentuali, di incrementi, di classifiche, ma sono pochi quelli che davvero hanno il coraggio di tirar fuori dei valori assoluti, nel mondo dei libri elettronici. Persino Amazon, che ogni tanto spara qualche comunicato annunciando che gli ebook hanno venduto più di questa o quell'altro tipo di libri, non dice mai in termini assoluti a quante copie o a quanti soldi questo corrisponda.
Lo ha fatto ieri sul suo blog Antonio Tombolini, con una stima, ovviamente (visto che dati precisi non ne dà nessuno), ma certamente se c'è qualcuno in Italia che può fare una stima del genere è lui, fondatore di Simplicissimus, il primo e più importante distributore italiano di ebook.
La cifra, secondo Tombolini, è di 65.000 copie vendute nel 2010, quasi tutte concentrate tra ottobre e dicembre quando le libreria online hanno cominciato ad aprire. Per un fatturato totale di 700.000 euro, pari allo 0,05% del mercato del libro.
Delos Books da parte sua — e qui i dati sono sicuri — ha venduto 895 copie nel 2010, il che vorrebbe dire che oggi la nostra casa editrice vale l'1,13% del mercato italiano del libro elettronico. Noi siamo contenti del risultato: ogni mese la percentuale di vendite aumenta, anche se non a un ritmo vertiginoso (dal 30 al 60% a seconda dei mesi). Abbiamo un catalogo di 70 titoli e certamente supereremo i cento entro l'anno.
Secondo Tombolini il numero di copie vendute nel 2011 dovrebbe salire almeno a 400.000, che secondo noi è una stima molto prudente, meno del doppio dell'anno precedente considerando che si parla di 12 mesi contro i poco più di tre del 2010.
Ma diciamolo chiaramente: il mercato degli ebook è piccolo e cresce più lentamente del previsto. Probabilmente anche bloccato da strategie commerciali che sembrano fatte apposta per trattenerlo, forse temendo ripercussioni sulle vendite del libro stampato: prezzi alti — le novità spesso oltre i 10 euro — e protezioni DRM le principali palle al piede, a nostro avviso. È dimostrato ormai che i prezzi bassi favoriscono la vendita, non solo nel numero di copie (che sarebbe ovvio) ma nel fatturato totale del libro.
Se c'è una lunghissima cosa di editori medi e piccoli — da Newton Compton, Giunti fino a Delos Books, a Kipple per esempio — che pubblica a prezzi bassi e senza drm, la responsabilità di queste scelte cade soprattutto sui principali operatori del settore.
I grossi gruppi — Mondadori, GEMS, Feltrinelli, Rizzoli — sono fissi sulle loro politiche che prevedono DRM su tutto, prezzi medi per i titoli di catalogo e alti per le novità. E attenzione, la responsabilità non è solo degli editori: anche i grossi agenti, da Santachiara a Bernabò, impongono queste condizioni: DRM obbligatorio, prezzi del libri non inferiori al 60 o 70% del titolo stampato. È chiaramente una posizione prudenziale, e del resto spesso è dettata dagli stessi agenti stranieri dei quali gli agenti italiani sono interlocutori, una scelta di attesa per vedere cosa accade e difendere il proprio patrimonio autoriale, ma certamente non aiuta la nascita di un nuovo mercato che viceversa avrebbe bisogno di essere incentivato.
Andando avanti in questo modo si corrono due grossi rischi. Uno è quello della pirateria: perché quello che gli editori fanno finta di non capire è che l'ebook non deve confrontarsi col prezzo del libro, ma col non-prezzo dell'ebook piratato. Un prezzo accessibile invoglia il lettore a comprare; un prezzo alto lo fa esitare, magari dare una controllatina che non sia possibile trovare il titolo in altro modo. E attenzione, una volta che l'abitudine è presa, cambiare rotta sarà più difficile.
Il secondo pericolo si chiama Amazon Kindle. Se il mercato degli ebook in Italia resta limitato a centomila ebook reader e a una milionata di tablet (solo in minima parte usati come ebook reader), nel momento in cui Amazon decida che è arrivato il momento di aprire sui mercati europei in un batter d'occhio spazzerà via tutti con il suo Kindle.
Cosa sia in grado di fare Amazon lo abbiamo visto: ha aperto il negozio in Italia con sconti del 30% su tutti i libri, causando gravissimi danni a tutti gli altri operatori del settore e alle stesse libreria. Perdendo una marea di soldi, ma conquistando quote di mercato: il cosiddetto dumping, che un colosso come Amazon può permettersi senza batter ciglio. Se Amazon imporrà anche in Europa il Kindle come standard, distributori e librerie online saranno i primi a rimetterci, ma subito dopo verranno editori e agenti, che non avranno più alcun peso nella discussione con un operatore che controllerà non solo il mercato ebook ma anche il mercato del libro stampato.
E in definitiva, venendo a mancare la libertà di scelta e la concorrenza, tutto ciò andrà anche a scapito dell'utente.
È ora di darsi una svegliata. Non penserete davvero che tra venti, trenta, cinquant'anni per pubblicare un libro sarà ancora necessario spalmare inchiosto sulla polpa degli alberi, vero? E allora forse sarà il caso di cominciare davvero a capire quale vogliamo che sia il nostro futuro.
Intervista Radio24 su eBook
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