George Orwell, di cui abbiamo già avuto modo di parlare in passato nell'articolo "Orwell contro Huxley. Una terribile verità?", non ha di certo bisogno di presentazioni. Con il suo romanzo 1984 - e grazie anche al reality show Grande Fratello (Big Brother) - è divenuto famoso non solo fra gli amanti della letteratura di genere e non, ma anche fra la gente che normalmente non bada troppo ai libri. "Orwelliano" è ormai uno dei termini preferiti dai media.
Oggi vi presentiamo le sue sei regole di scrittura. Regole molto concise ma non per questo meno valide. E, per chi se le fosse perse, ecco anche le regole di Stephen King, Chuck Palahniuk, Joe Lansdale, Neil Gaiman e Kurt Vonnegut.
- Non usate metafore, similitudini o altre figure retoriche che siete abituati a vedere sui giornali.
- Non usate una parola lunga quando è possibile usarne una corta.
- Se è possibile tagliare una parola, tagliatela sempre.
- Non usate il passivo quando potete usare la forma attiva.
- Non usate una frase straniera, un termine scientifico o una parola gergale quando è possibile pensare a un termine equivalente nell'inglese comune.
- Violate ognuna di queste regole piuttosto che scrivere qualcosa di barbaro.
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