Literaid recensisce l'uscita, per Kipple, di Intervista a Dio, di Giorgio Manganelli. I toni sono entusiastici, ma non enfatici, direi realistici.
C’era una volta un programma arguto che andava in onda nella seconda rete radiofonica RAI. Si chiamava Le interviste impossibili: una serie di autori fingevano di trovarsi a intervistare personaggi di epoche passate. Furono in molti a cimentarsi in questo gioco, ma il contributo maggiore fu di Giorgio Manganelli. Egli scrisse dodici conversazioni immaginarie con Fedro, Edmondo De Amicis, Tutankamen, Eusapia Palladino, Nostradamus, Charles Dickens, il Califfo di Bagdad, Giacomo Casanova, Desiderio, Leopoldo Fregoli, Marco Polo e Gaudì. Tutte pubblicate, prima nell’antologia A e B, edita da Rizzoli nel 1975, poi in Interviste impossibili, Adelphi, 1997.Intervista a Dio si rivela sempre di più un successo editoriale senza precedenti. Com'è giusto che sia.
Ne mancava però una, la tredicesima. Quella definitiva. Quella più impossibile di tutte. Ora però c’è. È appena uscita. Per Kipple Officina Libraria. Intervista a Dio, di Giorgio Manganelli. In versione eBook, con una splendida prefazione di Lietta Manganelli, figlia dello scrittore. Sono dodici pagine il cui attacco è lasciato a una sorta di Genesi. O In Principio era il Verbo, come dal Vangelo secondo Giovanni. In principio è l’invenzione del Linguaggio da parte di Dio che balbetta una sequela di parole scollegate tra loro e unite forse dal suono. Come se Dio stesse appunto inventando il Linguaggio o lo stesse ripassando per prepararsi, come dice Lietta Manganelli nella prefazione, all’intervista. Alla prima domanda, che riguarda l’Edificazione. Giacché Dio lo sa che la prima domanda che l’intervistatore gli farà, riguarda l’Edificazione. Ha un foglio in mano. È un’intervista preparata, filtrata, come tutte quelle che siamo abituati a vedere in tv e leggere sui giornali? No, forse all’inizio, perché poi si rivela sorprendente. Per Dio, per l’intervistatore, per il lettore, perché a emergere è un Dio che ignora molte cose che teoricamente, siccome è Dio, dovrebbe conoscere.
Che ci sia qualcuno, qualcosa, superiore a Dio?
“Vi sono cose che è difficile non considerare provocatorie”: la prima fra tutte è l’idea di letteratura secondo Manganelli.
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