Continuiamo la rassegna della musica e dell’arte “postumana”. Tra immagini mistico-occultistiche e scenari apocalittici sono da segnalare i Current 93 (dal 1983) e l’eclettico Nurse With Wound (dal 1980), che passa in rassegna un po’ tutti i sottogeneri electronoise.
Tra i vari gruppi del periodo, quelli che ci sembrano più ispirati al concetto di postumanesimo sono i Coil, con un rumorismo moderato e ciclico con tendenze morbose, che ha sfornato anche album di astrattismo spirituale (prima che esoterico) come The Angelic Conversation (1985) o Scatology (1986).
Grande frequentatore di musiche nuove e sperimentali è sicuramente Brian Eno, che sviluppa la musica ambientale e new age con derive elettroniche, rock e liriche anche di ampio respiro. Ha collaborato con molti musicisti d’avanguardia, tra cui i Cluster (gruppo elettronico che esce dalla scena del kraut-rock tedesco), David Byrne, e negli ultimi tempi Laurie Anderson, poliedrica personalità che entra di diritto a far parte degli artisti postumani. Laurie Anderson è sia performer che musicista e mostra ben presto la sua indole transartistica collaborando con William Burroughs, organizzando eventi e mostre a New York e diventando celebre nel mondo della musica con il singolo O Superman.
Tornando al rock, è il ciclone del punk che rinnova il genere indirizzandolo verso derive a volte sterili, altre creative, altre ancora postumane. Citiamo The Cure e i Bauhaus, dediti a un crepuscolarismo sonoro, gotico, a volte lirico, altre disperato. Sulla stessa linea i Death in June, The Sisters of Mercy e i Joy Division, mentre discorso a parte meriterebbero i Dead Can Dance, che affondano le proprie radice in un folk cupo e lirico. Altro genere affine è la new wave (non a caso il nome è mutuato al filone fantascientifico nato dalla rivista inglese New Worlds), primi tra tutti i Depeche Mode, i Soft Cell e gli Ultravox.
Senza allontanarci troppo dalla vera essenza del postumanesimo, degni di menzione speciale troviamo i Clock Dva (cioè “Orologio Due”, si mette subito l’accento sul tempo) con un’originale elettroacustica jazz; passeranno ben presto a una pura elettronica ipnotica e onirica. Album come Transitional Voices (1990), Buried Dreams (1991) o il più esplicito (per il postumanesimo) Man-Amplified (1991) sono pietre miliari del postumanesimo elettronico contemporaneo.
Continuiamo a lanciare idee di possibili percorsi sonori postumani cercando di suddividere i protagonisti per provenienza.
Dagli Stati Uniti arrivano i Ministry, che cominceranno a produrre violenza sonora con martellante ritmo elettronico e overdrive di chitarre, evolvendo, nel giro di soli tre anni e quattro album in un technometal granitico (il meglio in The Land of Rape and Honey dell’1988 e The Mind Is a Terrible Thing to Taste del 1989). Il loro sound è ripreso dai Nine Inch Nails di Trent Reznor (dal 1989), più elettronici ma non meno violenti.
La ricerca in senso ambientale trova in prima linea Mike Harris, attivo su più fronti ma soprattutto con gli Scorn (dal 1993), che presentano un sound minimale e apocalittico. L’incontro tra Mike Harris e Bill Laswell è fondamentale per il proseguimento della ricerca in questo senso, attraversando tutte le possibilità dell'ambient-dub, fino a giungere a un isolazionismo new wave di cui fanno parte i Tortoise (1995).
La Germania ci regala gli Einstuerzende Neubauten, che si distinguono per uno stile personale, caratterizzato da pezzi ritmati suonati con materiali di scarto industriali, come vecchi elettrodomestici, seghe circolari, trapani, ferraglia, plastica, catene, ecc., orchestrati dalla voce dark-new wave del cantante Blixia. La band arriva a creare melodie assolutamente piacevoli, degne di un compositore contemporaneo. Ascoltate prima Strategies Against Architecture II (del 1991, più strutturato del primo omonimo) e, subito dopo, Tabula Rasa (1993) e noterete l’artista che prima “cerca” e poi “trova”.
Citiamo poi i belgi Front 242 (dal 1985), che con la loro musica fisica e ritmica, daranno il via a tutta una generazione (e a un genere chiamato body-music per la sua indole a far muovere il corpo): Klinik (dal 1987) e Insekt (i risultati migliori in Dreamscape del 1992).
Dai Paesi dell’Est provengono gli sloveni Laibach che dal 1982, su un progetto programmatico provocatorio e controculturale, suonano ritmi marziali e marcette militari dal sound decisamente innovativo. Sono da considerarsi senz’altro postumani se consideriamo il lavoro concettuale che sta alla base della loro musica: hanno fondato la Neue Sloveniske Kunst, una vera e propria micronazione con tanto di passaporto. Un vero e proprio “postumanesimo politico”.
Dall’Inghilterra i Nitzer Ebb, i Chakk, e i trasognanti Komputer.
Dalla Francia i Die Form (che potremmo divertirci a chiamare i fautori del sesso postumano, ascoltare per credere).
Dal Canada arrivano per primi gli Skinny Puppy (nati già nel 1983, senza riuscire però a trarre meriti dalle loro intuizioni) e gli attivissimi Front Line Assembly (ascoltate Tactical Neural Implant del 1992 o Hard Wire del 1995).
Infine, abbiamo già menzionato Stelarc, che aveva cominciato con le Sospensioni, per passare a nuove performance ispirate alla cerimonia O-Kee-Pa degli indiani d’America. Con ganci inseriti nella carne collegati a corde, si faceva issare nel vuoto con una gru, anche per venti minuti. Ma è negli anni ‘80 Stelarc raggiunge la sua indole più marcatamente postumana. In collaborazione con un’èquipe di ricercatori universitari specializzati in robotica, realizza Third Hand: si fa innestare sul braccio destro una terza mano artificiale, comandata dai muscoli addominali e dalle gambe. Successivamente lavora a Third Hear (Terzo orecchio). Una teorizzazione estrema: il corpo umano mostra i limiti del proprio sistema evolutivo.
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