Un racconto di Kremo su Delos

Kipple.it vive degli scrittori che sono sotto contratto alla casa editrice e della sua redazione; a capo di tutto l'editore, brevemente conosciuto come Kremo. Per chi non conosce Kipple può essere difficile inquadrare qualcosa della nostra politica editoriale, e magari leggerne un racconto liberamente, sul web, può aiutare.
Sulla webzine Delos è disponibile da oggi un racconto di Kremo che, pur non coprendo assolutamente tutto lo spettro culturale di Kipple, può darne una buona idea; il racconto si chiama, semplicemente e argutamente, Senza titolo, e qui sotto riportiamo l'incipit. Buona lettura...
1. Copula

Sudorcaldo di emoeccitazione, ciccioturgida gommocarne e drappostracci residui. Friziattriti pendoscillanti, scontravidità bestiale. Viscipenetra con cattivodolcezza, è come carnetallo.
Ci sono le umettolingue, si sa poco che fanno nella convulsione. Ci sono le manincrocie forzano, si sa poco cosa. Ci sono sessorgani, si sa che fanno.
Flusso e flussoprossimo e miniloop secredente infinito. Emoscroscio irraziolibidinoso e poi requie esentempo.
Torna il senso dei numeri, due sono i corpi distesi esanimi sul letto.


2. Parole sconnesse

La coda dell’alba è alle porte, rincorsa dai rituali cittadini.
L’ispettore Zanforte si dirige verso la luce del corridoio oltre il portone d’ingresso, seguito dal sovrintendente.
Gente angosciata che confabula sul pianerottolo. Una donna ancora in vestaglia, un ragazzo con lo zainetto e un’anziana signora.
— La polizia — dice il ragazzo. Gli sguardi si rivolgono verso i due.
La porta dell’appartamento è socchiusa, l’ispettore si ferma davanti al gruppetto, lo osserva e aspetta che si esprimano, indossando i guanti.
I condomini mugugnano qualcosa tutti insieme, ma i loro volti comunicano molto meglio delle loro parole. Zanforte assume l’espressione di chi ha capito e non vuole sentire oltre.
I due poliziotti entrano. L’appartamento è disordinato, anche se è arredato con cura. Le luci sono accese e si sente ancora il deodorante chimico. Il salotto segue lo schema divano-televisore a schermo gigante, come fosse una sala d’ipnosi. Soprammobili esotici e quadri male assortiti.
In cucina, aroma di caffè e una colazione consumata da poco.
L’uomo cerca di stare attento a dove mette i piedi e avanza lentamente verso il disimpegno per la zona notte, dove ha scorto un rigagnolo scuro.
Supera la porta: la scena è un mosaico di colori e forme molto più efficaci di mille parole. Un’opera surrealista dal sentore metafisico. Una composizione complessa e impressionante, un balzano accostamento di carne, espressioni di sorpresa e disappunto, e sangue.

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