Così s’intitola il post apparso oggi su BooksBlog che introduce un discorso un po’ più ampio rispetto a quanto detto ieri, quando abbiamo introdotto il discorso degli ebook reader a basso costo, auspicando così una rapida diffusione dell’hardware ma anche del software (ovvero i libri digitali).
Una volta assodata la superiorità dei testi digitali rispetto a quelli cartacei (facilità d’uso, storizzazione, possibilità di ricercare un determinato passo in tempi rapidissimi, diffusione della cultura) si apre un ventaglio di possibilità prima nemmeno immaginate; in particolare, come ci dice l’articolo di BooksBlog in questione, c’è la possibilità di aprire, tramite il software *openmargin, le principali piattaforme ereader così da valorizzare al massimo il libro, allontanandolo definitivamente dalla staticità della pagina scritta. In questa operazione i lettori smettono di essere semplici fruitori di un prodotto, ma ne diventano collaboratori. Come?
Leggendo un eBook, infatti, è possibile intervenire evidenziando porzioni di testi, integrandole, dove si ritiene opportuno con delle note a margine personali che andranno a sommarsi alle note di chi ha già letto, o sta leggendo, lo stesso testo. Il risultato è conferire alla pagina una vivacità e una prospettiva che difficilmente potrebbe avere al di fuori della tecnologia *openmargin.
Lo slogan del progetto è Ridefiniamo il libro e l’idea centrale è quella di “concentrarsi sul dialogo” che diventa tanto più interessante quanto più coinvolge interlocutori “con diverse esperienze e percorsi formativi”.
Ciò significa, anche, che il libro può essere introdotto in un processo infinito di editing e mentre per un genere saggistico la cosa può anche andar bene, per la narrativa tale concetto solleva molti dubbi etici. Ma tant’è, questo è il mondo digitale, vale certo la pena sopportare alcuni aspetti negativi per diffondere nuove tecnologie e per diffondere, soprattutto, la cultura.
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