[Letto su Fantascienza.com]
Ci sono collezionisti di francobolli o monete, altri che preferiscono raccogliere opere d'arte o automobili d'epoca, ad Alberto Cola probabilmente piace collezionare premi letterari: una delle ultime aggiunte alla sua collezione è arrivata grazie a Ultima pelle, avvincente romanzo corale che nel 2009 si è aggiudicato la seconda edizione del Premio Kipple.
Le immense distese di sabbia del Sahara sono percorse da nuovi tipi di predatori, avanzatissimi meccanismi cibernetici che uccidono e rapiscono le persone: Asad, Amenokhal di tutte le tribù touareg, consacrato sin dalla nascita a un grande destino, sa che la sopravvivenza del suo popolo è nelle sue mani, solo lui può condurre una guerra vittoriosa contro chi sta sterminando la sua gente.
A Shangai i costrutti, uomini clonati in laboratorio, vivono un'esistenza da schiavi, costretti per sopravvivere ad assumere telemorasi sintetica, un enzima vitale che non sono in grado di produrre.
Il loro metabolismo accelerato li rende una forza lavoro a buon mercato, e la droga endogena che sono in grado di secernere, il prezioso Amaranth, garantisce un ulteriore guadagno per i loro padroni. Tuttavia un movimento di resistenza, guidato dal vecchio e saggio Xianqui e dal giovane e combattivo Magellano, sta cercando di cambiare le cose.
Elena Ugarte sta tornando in Perù dopo dodici anni di assenza, l'occasione è triste, sua madre sta morendo, e lei è lì per l'ultimo saluto. Ma il passato dal quale ha cercato di fuggire le piomba addosso, la Maufrais Pharmaceutique ha sequestrato i bambini del villaggio di Ququipata e corrotto le autorità, che si rifiutano di intervenire. La sua gente ha bisogno di aiuto, ed Elena capisce che i dodici anni trascorsi come mercenaria altro non erano che una preparazione per il difficile compito che la attende.
Arran è un campione della Voliera, lo sport che pratica è davvero pericoloso, egli è abituato a sollevarsi su possenti getti d'aria e a precipitarsi in paurose picchiate alla ricerca del punto vincente, niente di strano che un incidente di gioco lo riduca in fin di vita. Ma perché il posto dove lo hanno curato non assomiglia per nulla a un ospedale, e perchè inizia a sentire la voce di Eve, la donna che popola i suoi sogni, anche da sveglio?
Lo scenario di Ultima pelle è quello di un futuro non troppo prossimo, dove la Cina ha avuto il tempo di combattere (e perdere) una guerra per il possesso di Taiwan, dove l'Italia è divisa tra desertificazione e alta tecnologia, e l'acqua si è affiancata al petrolio come preziosa materia prima; un mondo diverso dal nostro, anche se desiderio di potere e sopraffazione non sono affatto scomparsi, tutto sommato un mondo non molto piacevole per viverci.
Tre rami della vicenda seguono le storie di tre popoli, due antichi e uno appena nato, ciascuno guidato da un leader a volte molto riluttante, come nel caso di Elena, ma sempre capace e determinato.
Il quarto ramo segue un singolo personaggio, Arran, che al contrario degli altri personaggi non ha idea di cosa gli stia succedendo, ma che con il procedere della storia acquista sempre più sicurezza e determinazione.
Alberto Cola ha scelto una struttura corale per questo romanzo, quattro storie apparentemente senza alcun legame che si riuniscono solo alla fine, formula che può essere rischiosa, dato che tirare le fila in modo coerente e coinvolgente di solito è difficile, e se si fallisce al lettore resta una sgradevole impressione di missione incompiuta.
Non è certo questo il caso, il disegno criminoso che porta tutti i protagonisti a incontrarsi in un finale davvero movimentato ha una sua logica, perfetta per quanto perversa, l'intreccio complesso e uno stile asciutto ed efficace catturano il lettore, mantenendo alta la tensione per tutto il romanzo.
Per chi ama i romanzi avventurosi, insaporiti da ritrovati tecnologici e con una trama complessa, Ultima pelle è quasi un dovere, per quanto il mondo futuro immaginato da Cola non sembri un bel posto per viverci è pieno di storie interessanti.
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