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Il cortometraggio in Italia: Kipple intervista lo sceneggiatore Claudio Fallani e il regista Stefano Poggioni

Claudio Fallani
Ciao Claudio e Stefano. È un piacere avervi ospiti sul blog di Kipple. Vi andrebbe di iniziare presentandovi e raccontandoci a grandi linee il vostro percorso artistico?

CF: Ciao Roberto, grazie per averci ospitato, è un vero piacere apparire qua su Kipple. Cominciamo col rispondere alla prima domanda (e a quale, altrimenti?): la locuzione “percorso artistico” implica un “cammino” intrapreso verso la produzione di opere d’arte, mentre io realizzo semplicemente quello che mi piace nel modo migliore a me possibile. Non credo possa definirsi arte nel senso stretto del termine e sinceramente non me ne preoccupo. Mi interessa soltanto soddisfare la voglia di creare qualcosa di mio, di rendere tangibili le mie idee.
Ho sempre avuto molti hobbies: la musica, il cinema, la fotografia, i fumetti, il disegno, la letteratura…
Ho cercato di cimentarmi in tutto, ottenendo a volte con buoni risultati, altre volte pessimi.
La passione per la scrittura mi ha portato a pubblicare diversi racconti di fantascienza, alcune poesie e di recente anche un piccolo contributo a un saggio sulla comunicazione.
Circa un anno e mezzo fa ho dato vita assieme ad Alessandro Napolitano, Riccardo Iacono e Roberta Guardascione al progetto Electric Sheep Comics, un gruppo di amici (ormai cresciuto a dismisura) che si adopera per raccontare storie usando soprattutto il linguaggio del fumetto, ma non solo…
Infatti, l’insieme delle mie passioni si concretizza nel cinema che le racchiude un po’ tutte. Nel 2011 ho scritto il soggetto per il mediometraggio “La lunga notte di Victor Kowalsky” poi realizzato da Stefano Poggioni e prodotto da Essi Girano, Electric Sheep Comics e The Factory Prd.
Nel 2013 ho partecipato assieme a Riccardo Iacono (ESC) alla stesura dei soggetti per la serie TV Funkazzisti con la Regia di Marco Limberti, che vede tra gli interpreti Niki Giustini, Giacomo Carolei, Luca Seta, i Mammuth, Massimiliano Galligani e Beppe Braida.
Adesso sto “lavorando” a una serie tv di genere thriller-paranormale assieme ad Alessandro Napolitano. Siamo ancora in fase di scrittura, ma ho buone sensazioni in proposito.
Tornando ai fumetti, dopo aver vinto il Premio Cometa al Levantecon di Bari con “Lunaris” scritto con Alessandro Napolitano e disegnato da Roberta Guardascione. La Casa Editrice Il Foglio ha dato a ESC l’opportunità di curare una collana di graphic novel, la ESC COLLECTION, giunta al secondo numero “Blood Washing”, di cui stiamo scrivendo un prequel che uscirà tra qualche mese. Assieme a Nero Press Edizioni, abbiamo dato vita a una serie importante ispirata a un famoso autore del fantastico. Infine è ancora in fase di realizzazione “Io sono un occhio”, un mio tributo a Ubik e a tutta l’opera di Philip K. Dick.

Stefano Poggioni
SP: Odio parlare di me, perciò sarò breve. Sono appassionato di cinema, fotografia e musica fin da quando ero piccolo. Ho frequentato scuole di cinema e incontrato persone che mi hanno insegnato molto. Ho fondato l'associazione Essi Girano con la quale abbiamo prodotto svariati cortometraggi e festival di cinema. Insieme a mia moglie, fotografa, ho fondato l'associazione The Factory prd. che si occupa di produzione di Videoclip per band indipendenti e non e di progetti visivi e sperimentali. Il mio primo amore è stato per il cinema horror (il Villaggio dei Dannati è stato il primo film che ho amato), ma è poi spaziato ad altri generi.
Mi piace considerare “La lunga notte di Victor Kowalsky” il mio primo cortometraggio, perché è il primo che mi rappresenta realmente. A breve uscirà un secondo lavoro, sempre con Cristiano Burgio dal nome “The Drift”.

Quali vantaggi e quali svantaggi ha il cortometraggio rispetto alle pellicole di più ampio respiro?

CF: A questa domanda risponderà sicuramente meglio Stefano. Penso che il cortometraggio abbia bisogno di un’idea forte o di uno stile molto personale per fare presa. Deve contenere l’essenziale utile alla storia senza poter divagare e a volte può essere difficile scegliere cosa serve all’economia della storia e cosa, invece, possiamo fare a meno. Un vantaggio pratico è quello del costo contenuto rispetto al lungometraggio, quindi può essere più facilmente autoprodotto.

SP: Nel cortometraggio devi raccontare una storia in poco tempo, perciò la caratterizzazione dei personaggi, la descrizione dell'atmosfera, sono elementi più complessi da rendere, d'altra parte nel corto è possibile una maggiore sperimentazione senza il rischio di annoiare lo spettatore.

Alberto Vertighel vince lo ShortKipple 2014 con Dermathopia


Ebbene sì. Siamo lieti di comunicarvi che Alberto Vertighel ha vinto lo ShortKipple 2014 con il bellissimo racconto Dermathopia, splendida cavalcata sulle mutazioni indotte dalla Medicina evoluta e postumana.
Nel complimentarci con Alberto, vi diamo appuntamento a brevissimo con l'uscita sul mercato di questo racconto che vi delizierà per le spaventose possibilità di togliersi ogni sfizio futuro.

Malanima Giveaway



Kipple Officina Libraria festeggia - insieme a voi - il weekend pasquale con un giveaway dedicato
http://www.kipple.it/index.php?route=product/product&product_id=311
alla raccolta di racconti Malanima - Storie di lame e presenze, il feroce esordio di Alessandro Manzetti nella neonata collana "K_noir" dedicata alle contaminazioni noir e alle sue mutazioni, ai furori che esplorano i confini della narrativa più esasperatamente umana e, contemporaneamente, più disumana che esista.

Se ti abbiamo incuriosito, guarda il booktrailer ed entra nel mondo oscuro di "Malanima":

dalla Prefazione di Alan D. Altieri:
Se davvero esiste una nuova frontiera dell’horror, del weird, del grottesco, con Malanima, esplosiva opera prima antologica, Alessandro Manzetti salta con l’asta quella stessa frontiera scavalcando il suo collaudato ruolo di deus-exmachina dell’editoria digitale per rivelarsi a sua volta autore tout-court tra i più magistrali apparsi negli ultimi tempi. Malanima, diamante nero della narrativa del darkside, è già un classico.

COME PARTECIPARE
Eccole le regole per partecipare al giveaway
·         diventa FAN, se non lo sei già, della pagina facebook di kipple officina libraria - www.facebook.com/KippleOfficinaLibraria;
·         clicca "mi piace" e scrivi un commento sotto al post del giveaway per partecipare all'estrazione di una copia in formato ebook di Malanima - Storie di lame e presenze, di Alessandro Manzetti.

SCELTA DEL VINCITORE
Domenica 27 aprile la redazione di kipple sceglierà il vincitore usando il sito www.random.org (verrà scelto un commento random) e lo comunicherà sulla pagina di facebook di kipple officina libraria.

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Alessandro Manzetti, Malanima — Storie di lame e presenze,
copertina di Ben Baldwin,
Kipple Officina Libraria — Collana k_noir — Pag. 52 — 1,99 €
Formato ePub e Mobi
ISBN 9788895414980

Intervista a Danilo Arona: Idee, contaminazioni e il futuro della letteratura

Ciao Danilo, è un onore averti ospite sul blog di Kipple. Sei un autore molto prolifico e molto ben noto, specialmente nell'ambito della letteratura italiana horror. Cosa ti ha spinto a diventare scrittore? Ti va di raccontarci un po' la tua storia?

In breve, occorre ricordare che io provengo dalla saggistica. Ho iniziato a pubblicare nel '78 (sono un Grande Anziano, lo so...) articoli e libri sul cinema fantastico. Allora, come oggi, mi vedevo un film al giorno, se possibile. Al che, a furia di assimilare storie provenienti dallo schermo, mi veniva la voglia di “modificarle”, all'insegna della più sciocca delle tentazioni, quella che recita. “se questa storia l'avessi scritta io, sarebbe stato meglio”. Eh, è cominciata così. Dapprima per gioco con piccole storie per minuscole realtà tipo la fanzine Kronos di Preganziol, diretta da un indomito pioniere che si chiama Piero Giorgi, e poi con romanzi veri e propri ad ambientazione basso-piemontese con editori locali (La penombra del gufo e Un brivido sulla Schiena del Drago). Poi è stato un crescendo tra alti, bassi, anni sabbatici e nomadismo editoriale. Perché tendenzialmente sono un inquieto e così dev'essere, credi, per produrre materiale realmente inquietante. Ho i miei fan, tanti e graditissimi, e i miei detrattori, qualcuno. Purtroppo il tempo è trascorso con troppa velocità. E mi ritrovo nel 2014 con più di quaranta libi all'attivo e 64 anni da compiere nei quali non mi riconosco affatto. Età percepita, 40 al massimo...

Ti andrebbe di descriverci il tuo processo di scrittura? Come nascono le tue idee e come arrivano sul foglio?

Le mie migliori idee provengono dalla cronaca. Se uno la sa leggere all'insegna della catalogazione alla Charles Fort, gli spunti sono veramente tanti e fecondi. Parto da un fatto di cronaca (ad esempio, l'investimento notturno di Melissa sull'autostrada Bologna-Padova nel dicembre '99) e da lì descrivo e costruisco, in un meccanismo di scatole cinesi, le “onde di ritorno” del pilot traumatico. Scrivo quando posso, rubando tempo al lavoro e alle pause del nutrimento. Non faccio schemi o piani di scrittura. In questo sono totalmente e piacevolmente anarchico. Butto giù, che so, 50 cartelle al volo e inizio a editare, 5-6 o più volte. In questo processo “vedo” le sottotrame, i personaggi secondari, le soluzioni agli snodi narrativi un po' difficili. Quando scrivo, mi immagino dentro una sala cinematografica dove qualcuno sta proiettando il mio film. E, come quando sei al cinema dinanzi a un film “non telefonato”, che tu lo voglia o meno, la mente tenta di anticipare quel che sarà da lì a poco. Ecco, quando produco, la condizione mentale è analoga. E l'inconscio, presumo, lavora da par suo.

Ti andrebbe di parlarci delle opere tue che più ti stanno a cuore?

Beh, sono tutti figli miei. Ma per intenzione e per intensità sofferta la palma sul podio d'onore va a L'estate di Montebuio, dove mi sono veramente messo a nudo. Non che il biografismo debba per forza entrare nel processo produttivo (è quasi sempre un atto di assoluta e stolta presunzione), però io ho avuto un'adolescenza sul serio interessante dal punto di vista “fantasmatico”. E il privilegio di poterne scrivere ha riesumato fantasmi generazionali che sono patrimonio universale. La ricaduta nei primi anni Sessanta di eventi shock (crisi di Cuba, morte di Marilyn, l'attentato a JFK...) unita all'avvento di autori e tendenze che stavano scardinando letteratura e cinema d'impianto tradizionale, in grado di saldarsi con la risalita delle pulsioni di una generazione nata a ridosso degli anni Cinquanta è un incrocio tematico e formale di straordinaria rarità e di “mostruosa” complessità. Le vere Cose dall'Altro Mondo provengono da un alveo generazionale cui ho la fortuna di appartenere, con ovvia benedizione di Padri Fondatori che alla rinfusa chiamansi Lovecraft, Poe,.Bradbury, Ballard, Matheson... Ma non voglio cadere nella trappola degli elenchi. A L'estate di Montebuio aggiungo Malapunta perché nel mix intenzionale di generi popolari ho raccontato la mia storia d'amore con la donna che resiste ancora al mio fianco, mia moglie Fabiana.

Sei un autore che non teme di osare, cercando anche di esprimere nei proprio romanzi idee complesse, come nel caso di Malapunta, un romanzo che unisce elementi horror ad altri che potremmo definire fantascientifici. La fantascienza in Italia non se la cava benissimo. Credi che la contaminazione fra i vari generi del fantastico potrebbe iniettare nuova linfa vitale anche nella Sci-Fi nostrana?

Credo che questa contaminazione in parte stia già avvenendo. Dario Tonani e Caleb Battiago mi sembrano maestri nell'arte del contaminare. Però una delle anime della fantascienza, anche storica, è appunto una sottotraccia horror dalla quale è spesso impossibile affrancarsi. Pensa all'ineludibile modello di Who Goes There? di John W. Campbell o all'archetipico The Body Snatchers di Jack Finney. L'Horror che viene dallo spazio, appunto. Secondo me dovrebbe tornare d'attualità. Infine,, visto che siamo su Kipple... beh, la contaminazione tra Horror e Connettivismo non solo è straordinaria, ma doverosa.

Su Fantasy Magazine è stata pubblicata di recente una bella recensione del tuo La croce sulle labbra, fatta da Claudia Graziani, che fra l'altro si può leggere qui. Ti andrebbe di parlarci della tua opera più recente, La croce sulle labbra?

La croce sulle labbra è un romanzo non solo mio perché per tutta la costruzione medica e per il travolgente finale action è di pertinenza del mio socio-amico-fratello Edoardo Rosati, genialissimo medico e giornalista che lavora alla RCS. E' un tentativo in primo luogo di lanciare sul mercato un prodotto esportabile e in grado di competere con certi colossi del medical thriller come Richard Preston o Robin Cook. Una sfida che non vinceremo, dato anche il momento difficilissimo dell'editoria, ma lasciateci sognare. Vi si racconta di un letale morbo prionico creato ad arte in un oscuro laboratorio nel Caribe che viene esportato e diffuso a Milano con risultati catastrofici e sanguinolenti. Intenzionalmente molto splatter ma, data la presenza di Edoardo, del tutto coerente con l'orripilante malattia che non è affatto un'invenzione. Sottotesti, tanti e pingui: lo scontro fra civiltà, il pericolo delle sette deviate, la circolarità globalizzata di virus e malattie, la paura del Diverso contaminante. Manna per sociologici e antropologi, ma, data la mia presenza, i più lo prenderanno per un horror e basta. Il che non è.

Che impatto a lungo termine credi che avranno sulla letteratura l'avvento delle nuove tecnologie?

L'e-book si prenderà una certa fetta di mercato. La carta non sparirà affatto. I due moduli dovranno convivere e non saranno affatto concorrenziali. Io già sto lavorando su entrambi i fronti. Essendo un Grande Anziano, il mio cuore batte per la carta. Mi piacciono i libri con la copertina, l'odore, le ali... Mi piace il libro che si stazzona. La carta possiede un'anima. Le nuove tecnologie forse proiettano fantasmi e, sotto questo profilo, sono certo interessanti. Ghost in the Machine... è una vecchia faccenda, già emersa negli anni Ottanta.

Quali consigli daresti a uno scrittore esordiente?

Francamente io non ho mai sfondato. E mi rifiuto sempre di dare consigli a chiunque. Non sono un modello imitabile, soprattutto nell'interesse di chi mi chiede consigli. Sono peraltro felice così. Perché in ogni caso scrivo quando voglio io. Se non ho idee e se, più semplicemente, non ne sento la voglia, ci sono tante altre cose da fare. La musica, l'amore, l'amicizia... Sì, in parte sono retorica, ma la vita spesso lo è.

Grazie mille, Danilo, per questa bella intervista. Ti auguro in bocca al lupo per tutti i tuoi progetti!

Grazie a te, Roberto, per l'opportunità.

Le altre interviste di Kipple:

PaperBlog recensisce Il canto oscuro

http://it.paperblog.com/recensione-il-canto-oscuro-di-alessio-brugnoli-1392214/
Su PaperBlog una ulteriore ottima recensione al vincitore del Premio Kipple 2011, Il canto oscuro, di Alessio Brugnoli. L'opera è ancora disponibile in cartaceo e in eBook, senza DRM.
Ecco un'estratto della rece:
Una Roma dai vicoli maleodoranti ma anche della cultura e del fermento intellettuale. Il progresso tecnologico si affaccia al mondo rivelando tutte le sue potenzialità; costosi computatori, valvole termoioniche, studi indirizzati verso l’evoluzione scientifica che attrarrà sempre più animi appassionati. Passato e futuro si mescolano al cospetto di un uomo dalla mente aperta, pronto ad accogliere i cambiamenti che si impongono in una società il cui volto non sarà più lo stesso.
Vincitore del premio Kipple 2011, il romanzo è ben scritto, la scelta dell’ambientazione romana del passato è in armonia con la trama che si sviluppa con equilibrio costante e mostra la capacità dell’autore di narrare una storia con semplicità, alternando un linguaggio scorrevole a dialoghi in dialetto.
La descrizione della città eterna apre un varco attraverso il quale il lettore scorge la Roma come appariva agli occhi dei suoi abitanti, bella e caotica, da amare o detestare, come anche oggi accade.

Intervista a Tiziano Cremonini: Fantascienza e illustrazioni, fra immaginazione e sense of wonder

Ciao Tiziano. È un vero piacere averti qui. Gli appassionati di fantascienza ti conoscono bene. Ma, per chi si fosse avvicinato al genere solo di recente, ti andrebbe di presentarti?

Prima di tutto un caro saluto ai lettori del blog! Opero come grafico e illustratore dal lontano 1983: a quell'anno, infatti, risalgono le mie prime copertine per la storica Editrice Nord. Ricordo bene il primo incontro con Gianfranco Viviani, allora titolare della casa editrice; per me, ancora studente del'ISIA di Urbino, fu molto stimolante. Parallelamente all'attività di illustratore svolgevo, e svolgo tutt'ora, l'attività di consulente grafico per varie aziende, anche di respiro internazionale. Negli anni a seguire ho realizzato copertine di genere fantastico anche per Solfanelli e Fanucci, contemporaneamente ho pubblicato brevi storie a fumetti, "Robottino Rosso" e "Onirosfera" su 1984 (poi 2984) edizione italiana, "Robottino Rosso" anche sulla rivista tedesca Schwermetall, e, negli anni seguenti, 2 storie a fumetti anche su "Penthouse comics" ediz. italiana. Dai primi anni '90 in poi ho realizzato molte copertine per diversi editori europei tra cui Heyne Verlag, Moewig Verlag, Alpha Verlag, Goldmann Verlag, Bastei Verlag, Edition J'AI LU, S.C.Miron Edcom ed altri. Alla fine degi anni '90 ho cominciato ad occuparmi di alta formazione diventando docente di Illustrazione e Comunicazione Visiva presso l'ISIA di Faenza e cominciando a collaborare anche con il Centro di Alta Formazione CERCAL di S.Mauro Pascoli. La cosa fondamentale che devo dire è che la fantascienza mi è sempre stata accanto.

Quali sono i temi principali che caratterizzano le tue opere?


Ma direi un po' tutte le tematiche tipiche della fantascienza: ho però una particolare preferenza per le
ambientazioni "spaziali": astronavi, pianeti e battaglie sono abbastanza ricorrenti nelle mie illustrazioni. Come lettore prediligo la Space Opera.

Quali fra i tuoi lavori ti stanno più a cuore e perché?

A parte le prime committenze che si ricordano sempre con affetto, sono particolarmente legato ad alcuni progetti realizzati assieme all'amico Giovanni Corbelli. Una serie di racconti illustrati che abbiamo realizzato alcuni anni fa dove abbiamo messo in campo un po' tutta l'immaginazione a nostra disposizione, ipotizzando scenari e personaggi; insomma un progetto in cui ho fatto "anche" l'illustratore. Nei tempi recenti, invece, sto avendo delle grandissime soddisfazioni dal sodalizio con il mitico Sandro Pergameno, e il suo agguerrito staff di collaboratori, nel realizzare il magazine Cronache di Un Sole Lontano di cui curo la grafica e le illustrazioni.

La famosa frase “un'immagine vale mille parole”, originata nell'ambito dell'advertisement americano, sottolinea fra l'altro una verità ben nota nel mondo del marketing, ovvero che le immagini possono determinare il destino di un prodotto. Credi che la stessa cosa valga anche per la letteratura? È la storia o la copertina a vendere un libro?

Sinceramente penso che per un lettore attento ed appassionato sia la storia ad esercitare maggiore interesse. Se poi c'è una copertina degna allora è il massimo! Diversamente, per il lettore occasionale, che sceglie un libro più ad istinto che per conoscenza dello scrittore, una bella cover che sappia affascinarti ed incuriosirti diventa fondamentale.

Nel corso della tua carriera hai collaborato anche con editori esteri. Quali differenze esistono fra il mercato italiano e quello estero?

Per quello che riguarda gli editori esteri, ho sempre lavorato tramite il mio agente tedesco: posso dire solo bene, vista la precisione e le modalità collaudate nel loro modo di operare. Ma anche con gli editori italiani con cui ho collaborato, mi sono trovato bene.
Oggi, purtroppo, il mercato si è praticamente "dissolto" dal nostro punto di vista di illustratori. Tolta Urania, che affida le proprie cover al bravissimo Brambilla, e poche altre realtà, molti editori preferiscono acquistare immagini royalty-free a pochi euro per contenere al massimo i costi, in un mercato di grande crisi come quello attuale.

Quali consigli daresti a un giovane che vorrebbe intraprendere il mestiere di illustratore?

Lavorare sodo, lavorare sodo e lavorare sodo. Massima umiltà e ascoltare consigli e suggerimenti per potersi migliorare sempre di più.

Prima di lasciarci, ti andrebbe di segnalarci i siti dove è possibile seguire le tue attività e parlarci dei tuoi progetti?

Il mio sito, che non aggiorno molto spesso, www.tizianocremonini.net ma soprattutto il mio profilo facebook sul quale sono presenti gallerie con i miei lavori più recenti. Al momento sono impegnato, assieme a Sandro Pergameno, principalmente sul magazine Cronache di Un Sole Lontano, ma sto elaborando alcuni progetti di cui terrò informati gli appassionati.

Ti ringraziamo molto per l'intervista, Tiziano, e ti facciamo un grosso in bocca al lupo!

Crepi il lupo! E grazie a voi.

Le altre interviste di Kipple:

Cronache di Un Sole Lontano Comics: tanti stupendi fumetti di fantascienza da leggere gratuitamente!

È appena uscito il terzo numero di Cronache di Un Sole Lontano, intitolato per l'occasione: Comics. Come è possibile intuire dal titolo, si tratta di un numero speciale interamente dedicato ai fumetti. Alcuni di questi, come l'originale Vuoti, scritto da Roberto Bommarito (Premio Robot 2014) e Roberto Napolitano (Premio Cometa 2013) e illustrato dagli stupendi disegni di Valerio Mezzanotte, sono stati ideati apposta per questo numero speciale del già importante magazine dei giganti del panorama fantascientifico italiano Sandro Pergameno e Tiziano Cremonini. Il terzo numero vede inoltre attuarsi una fruttuosa collaborazione fra Cronache di un Sole Lontano ed Electric Sheep Comics, il gruppo artistico emergente che sta riscuotendo sempre più successo sia nel mondo dei fumetti che in quello cinematografico. Qui troverete fra l'altro l'intervista Kipple al cofondatore di ESC, Alessandro Napolitano.
Per scaricare il magazine sia in alta che in bassa definizione, oppure consultarlo direttamente online, basta cliccare qui. Buona lettura!