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Diana Lama recensisce Malanima, di Alessandro Manzetti

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Arrivano già le prime impressioni a Malanima, di Alessandro Manzetti, uscito due giorni fa (il 28 febbraio) per Kipple Officina Libraria nella neocollana K_Noir. Apre le danze la scrittrice noir Diana Lama, che dopo aver divorato i racconti di Alessandro contenuti nella raccolta ha vergato la recensione sottostante. Vi ricordiamo che Malanima è disponibile in eBook senza DRM, in formato sia ePub che Mobi, anche sul market Kipple al prezzo di 1.99€.

“Malanima” di Alessandro Manzetti è un’esplosione di fantasia e di parole avvolte nella magica rete di un immaginario orrorifico che va oltre le parole stesse, le visioni e le supposizioni. È un’immersione in una realtà alterata in cui tutto e il contrario di tutto è possibile, l’innocenza spietata dell’amante di bimbi ballerini in un campo di pomodori, la fame oscura di una Mietitrice sempre pronta a divorare e rigenerarsi, la tradizione familiare della cura di un essere mostruoso che vive in agguato famelico nelle viscere di casa propria, l’amore malato del collezionista di una marmellata di odore di donna, troppo amata e conservata sottoterra. Questi e altri mostri creati dalla mente e dal cuore, a volte patetici, altre solo orridamente spaventosi, si susseguono in un continuo sfamarsi l’uno dell’altro, in un alternarsi di ruoli, da preda a cacciatore, da divoratore a divorato, da mostruosità a vergognosa consapevolezza di non essere del tutto umano.
Alessandro Manzetti si evolve da scopritore di talenti nel vasto campo dell’horror e del fantastico a creatore egli stesso di un incubo avvolgente ed esteticamente impeccabile di storie nerissime che rimbalzano in un’altalena angosciante da un baratro all’altro di grottesca, sapida, crudele e innocentissima disumana e mostruosa umanità.
“Malanima” si legge tutto di un fiato, ma non si dimentica, rimane a lungo come un sogno disturbante e ipnotico, annidato nel fondo del cervello, come un grumo di luce pulsante di inquietudine, la speranza che non sia proprio così, e il dubbio, che quello che si aggira appena oltre il confine della normalità, sia già qui, sia già presente, stia già accadendo.

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