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Un'intervista al vincitore dello Short-Kipple, Giuseppe Agnoletti

[Letto su Aculeo's net]

Kipple Officina Libraria è nota per le numerose iniziative editoriali e per il Premio Kipple per romanzi di fantascienza, nato soltanto nel 2008 ma che ha ottenuto, in ognuna delle tre edizioni tenutesi fino a oggi, vincitori illustri (basti citare il Premio Odissea Clelia Farris e i Premi Urania Francesco Verso e Alberto Cola).
Quest'anno l'officina ha inaugurato il Premio Short Kipple per racconti di genere (erano inclusi l'horror, il fantasy, la fantascienza e relative contaminazioni) che ha visto trionfare a pari merito "Zombie Carpocalypse" di Domenico Mastrapasqua e "Le balene di Maath" di Giuseppe Agnoletti.
Quest'ultimo, occorre precisare, si è piazzato tra i finalisti anche con altri due scritti: "Il maestro delle corde" e "Fiamme nere".
Per questo ACULEO.net lo ha notato e deciso di intervistarlo.

Innanzitutto benvenuto in questi lidi, Giuseppe. Noi ci conosciamo da un po', virtualmente parlando, ma non abbiamo mai chiacchierato insieme. Partiamo con la più classica delle domande: come hai iniziato a scrivere?

Sarebbe facile rispondere: «Con le mani…» ma, scherzi a parte, ho iniziato tardi, molto tardi. Mi ritengo un “creativo”. Mi piace fotografare. Un tempo sviluppavo i negativi in bianco e nero in casa. Suono la chitarra, all’occorrenza me la cavo bene a disegnare, e mi interesso anche di astrologia. Naturalmente leggo. Trovo naturale che a un certo punto io abbia trovato uno sbocco creativo anche nella scrittura, visto che sono introverso e che parlo poco. Tutto quello che entra nel cervello da qualche parte deve pure uscire.


Ci puoi parlare degli altri due racconti finalisti al Kipple? Di cosa parlano?

"Il maestro delle corde" è un racconto noir. Il classico tentativo da parte di un marito di eliminare la moglie, in una maniera del tutto particolare. Il tocco esotico è rappresentato dal bondage giapponese che ricorre per tutta la storia.
"Fiamme nere" è ambientato durante la prima guerra mondiale. Una storia bellica, quindi, ma anche fantastica, visto che uno dei personaggi è un soldato piuttosto particolare. E devo dire che questo tipo mi piace parecchio e forse lo metterò in campo in altre occasioni, chissà…

Sai che ho letto e amo in modo particolare "Le balene di Maath". Una storia maledetta ma che giudico profonda, in qualche modo epica. Come lo hai concepito?

In un certo senso su ordinazione. Giovanni Buzi, lo scrittore e pittore scomparso nel 2010, mi contattò tempo addietro per chiedermi se mi andava di scrivere una storia a “sfondo omosessuale” per una antologia. Io gli dissi che ci avrei provato. A lui piacque, ma in seguito mi disse che del progetto non se ne sarebbe fatto nulla.
Così ho utilizzato il racconto per altre occasioni e devo dire che si è comportato davvero bene; insomma piace abbastanza.

"Le balene di Maath" è un racconto di fantascienza, ma so che tu, come scrittore, ti senti più incline all'horror. Pensi che i tuoi migliori scritti siano horror?

Domanda difficile perché difficile è auto giudicarsi. Io nasco come scrittore del fantastico, poi ho virato verso l’horror. Tuttavia la mia produzione è multiforme, ci puoi trovare della fantascienza, del comico o del grottesco, spessissimo elaboro racconti con una ambientazione storica. Nel mio DNA c’è il senso del passato in una maniera viscerale; non posso fare a meno di parlarne. Quando vedo una casa abbandonata provo forti emozioni e mi chiedo chi ci possa aver abitato, cosa facevano e come vivevano… e quando accadeva tutto questo?

Tu è un po' che sei sulla breccia. Che idea ti sei fatto del mercato editoriale in Italia? Si sta creando lo spazio per gli emergenti? Se sì, in che misura?

Poco alla volta mi pare che le cose cambino e che l’endemica esterofilia dalla quale siamo afflitti stia lentamente venendo meno. Tempo fa leggevo che un’altissima percentuale di libri pubblicati vendeva solo una copia…

A livello di concorsi, quali ti senti di consigliare a chi vuole farsi conoscere?

In genere quelli che danno a possibilità di una pubblicazione, magari senza tasse di iscrizione. Oppure quelli che offrono ricchi premi, parlo di 1.000 – 2.000 euro o anche più. Non tanto per il sostanzioso emolumento in palio, ma perché si tratta di manifestazioni dove ci sono parecchi partecipanti. Addirittura so di scrittori che si organizzano in cordate allo scopo di realizzare un racconto di ottimo livello. Bene, vincere una di queste manifestazioni credo possa dare una bella sferzata di vigore alla propria autostima. Un tempo c’erano il Lovecraft e il Robot, ma sono scomparsi da alcuni anni. Tuttavia mi pare che il vecchio premio Lovecraft stia tornando alla ribalta col nome di Premio Algernon Blackwood. Da evitare quelli che richiedono una grossa somma per l’iscrizione e offrono come premio l’antologia del concorso, magari realizzata da un ente quasi sconosciuto e con visibilità praticamente zero.
Ci sono poi le selezioni della Delos, tramite il forum della WMI. Hanno realizzato un'antologia di racconti erotici, adesso sono in corso le selezioni per un'antologia horror e per 50 racconti brevi da pubblicare in uno speciale della rivista dedicato alla fantascienza.
Molto duri sono il Circo Massimo e il RiLL; ovviamente parlo di concorsi per letteratura di genere, non mainstream.

Le maggiori soddisfazioni che hai ottenuto in questo campo? Qualche pubblicazione di cui ti senti di parlare?

L’antologia "L’altalena", pubblicata da Edizioni XII in collaborazione con la Tela Nera e nella quale ho piazzato ben tre racconti. E le numerosissime altre raccolte nelle quali sono presente fra cui, prossimamente, quella del Premio Short Kipple, dove riesco a bissare la triplice presenza. Peccato che io non riesca a darmi da fare per il grande balzo con un romanzo.

A livello di letture , quali sono a tuo avviso le pietre miliari che uno scrittore emergente - di genere - dovrebbe aver letto?

Ognuno ha i propri gusti, pietre miliari ce ne sono a bizzeffe. Dico qualche titolo a caso: Il Club Dumas, di A.P. Reverte; Il Nome della Rosa, di U. Eco; I pilastri della Terra di K. Follet; Il ciclo della Fondazione di Asimov e tantissimi altri. Non bisogna mai smettere di leggere.
Negli ultimi tempi leggo i romanzi di Mauro Corona, quello del Vajont; molto belli, riescono a trasmettere in maniera notevole quel senso del passato a cui mi riferivo prima.

Parlando di emergenti, c'è qualche libro che vuoi consigliare ai lettori di Aculeo?

Sì, volentieri. Ne approfitto per consigliare il lavoro di uno scrittore emergente che mi ha impressionato: "Il diciottesimo vampiro", di Claudio Vergnani. Un esordio col botto è dire poco. Un libro che ho divorato dalla prima all’ultima pagina. Davvero eccellente, credetemi. Un libro che dimostra come certi nostri autori nulla abbiano da inviare agli americani.

Infine, la domanda delle domande: cosa pensi dell'editoria a pagamento?

Tutto il male possibile. Fra l’altro è anche una cosa piuttosto stupida. Se uno davvero ci tiene ad avere il proprio nome sulla copertina di un libro da distribuire a parenti e amici ha ben altre strade, più economiche e soddisfacenti.
1) Autoprodursi il proprio volume in casa, l’unica problematica è poi farlo rilegare.
2) Commissionare a una tipografia tutto il lavoro.
3) Rivolgersi ai siti che producono volumi in digitale.
"Già, ma chi mi distribuirà il libro?" Non è un problema, perché l’editore a pagamento farà solo finta di distribuire il tuo, in realtà non accadrà MAI.

Un sentito grazie a Giuseppe Agnoletti per la sua disponibilità e un doveroso in bocca al lupo per la sua carriera da parte di tutta la redazione di ACULEO.net.

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