Questo è il titolo di un post apparso su BookCafè.net. Eccovi il contenuto che noi, in Kipple, condividiamo completamente. E' indicativo, questo pensiero, del nuovo corso della cultura e in particolare dell'editoria, in cui crediamo ciecamente.
Stamattina accennavo qui ad una comunità di pratiche, quella degli scrittori che saltano gli editori, che condivide dati e strategie per affrontare il mercato. C'è una certa retorica di fondo (quella delle «migliaia» di copie vendute al mese) che un po' ricorda il primo hype su Second Life, quando tutti la raccontavano come la terra promessa per arricchirsi. E in questo contesto Konrath -il primo caso di successo cui tutti si ispirano- è un po' l'Anse Chung della Second Life di allora.
Però, fatta la tara alle punte retoriche, molti dei bestseller su Amazon nelle categorie calde (suspense, thriller, mystery) sono opere indie. E costano in media 99 centesimi. «Gli editori tradizionali», scrive per esempio Kait Nolan, «non capiscono che la domanda preme verso prezzi più bassi. E la letteratura indie sta colmando il vuoto». Forse non è l'unica spiegazione possibile, ma è abbastanza convincente per rifletterci su. L'onda non va sottovalutata.
Il teorema indie, quello che sta andando per la maggiore in questo periodo, si fonda sulle caratteristiche dell'ebook (bene riproducibile a costo zero) e sostiene che se abbassi il prezzo guadagni di più, perchè il numero di copie vendute eccede di molto quelle vendute a prezzo più alto. E anche se ricavi la metà (Amazon taglia al 35% le royalty per prezzi sotto $2,99) su un prezzo molto più basso, alla fine i ricavi complessivi aumentano.
La scommessa è semplice: se devo prendere il 70% su una copia a un prezzo di 2,99 io vendo a 0,99, prendo il 35% e spero di venderne almeno sei volte più copie. E i dati, a determinate condizioni, sembrano dare ragione a chi fa questa scelta.
Ovviamente queste maths hanno molte variabili (il rapporto 1/6, applicato per esempio ai titoli 40k, può variare da 1/5 a 1/8 per una serie di questioni che qui sarebbe lungo spiegare). Ma poi contano tanti altri fattori (genere, appeal del libro, piattaforma dell'autore, eccetera). Quello che mi sembra di capire (ma voglio ancora studiarci sopra) è che -in una situazione ottimale- l'acquisto del libro a 0,99 (che è potenzialmente un acquisto di impulso facilitato dal Buy Now With 1 Click del Kindle) può produrre un numero di copie talmente elevato da compensare abbondantemente i fattori critici e i ricavi minimi sulla singola transazione.
Semplicemente la desiderabilità del libro, in quella fascia di prezzo, si allarga a una quantità di persone che non lo riterrebbero interessante ad un prezzo più alto.
Molti autori sono alla ricerca del «prezzo giusto» e si sta costruendo collettivamente una casistica assai interessante.
Io non sono totalmente convinto (ci sono fattori importanti in gioco, come la percezione di valore del libro, eccetera), soprattutto perchè il prezzo è solo una variabile tra tante, spesso ugualmente importante rispetto alla piattaforma dell'autore e ad altre considerazioni. Anche se, per dovere di frontiera, stiamo facendo anche noi qualche esperimento negli USA.
In ogni caso, anche se il teorema indie difficilmente può essere applicato ad un editore, quanto sta accadendo negli States dovrebbe essere osservato con maggiore attenzione. Perchè al di là dei 99 centesimi, c'è un fermento ed una sperimentazione continua che le grandi organizzazioni non hanno mai avuto. E sul versante della letteratura indie bisogna, sospetto, avere l'umiltà di riconoscere che può esserci molto da imparare.
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