Il 15 ottobre del 1844 nasceva a Röcken, villaggio della Prussia meridionale, Friedrich Nietzsche, che da ora chiamerò Federico Nice.
Un blog (e questo blog) non sono luoghi adatti per affronatre una sia pur breve riflessione sul filosofo più discusso del XX secolo.
Potrei affrontare il difficile rapporto tra la Wille zur Macht e la die Ewige Wiederkunft (cioè tra i concetti di Volontà di potenza e di Eterno ritorno dell'uguale),
della contraddetta questione dell'Ubermansch (L'Oltreuomo), oppure constatare quanto la realtà sia manifesta nel dare esempi al suo grido: "Gott ist Tot" (Dio è morto) (e qui mi riferisco alla debolezza endemica del Cristianesimo di oggi rispetto all'epoca di Nice).
In un mio saggio (Eros & Eschaton, 2010, Kipple O.L.), ho il coraggio di correggergli il concetto di Eterno ritorno dell'uguale; un gioco. Un gioco con chi amava il gioco.
Ma sono tutte cose più grosse di un blog.
Vorrei soltanto accennare al rapporto tra Nice e Darwinismo.
Nietzsche sostiene che Darwin abbia esagerato l’influsso delle circostanze esterne nella formazione dei viventi, e pensa invece che sia la lotta “interna” all’organismo, la sua “autoregolazione”, a essere prioritaria rispetto alla lotta tra gli individui.
La critica di Nice si snoda su tre argomenti principali.
La prima: evoluzione non significa necessariamente perfezionamento.
Due: la lotta per la vita non è finalizzata meramente alla conservazione della specie, bensì al suo potenziamento.
Terzo argomento: gli elementi più forti (più virtuosi) non sono sempre i più adattati, e quindi a volte possono soccombere ai più deboli (meno virtuosi) che si coalizzano.
Ora, dico io: bastano questi pochi argomenti per capire facilmente il suo pensiero, a oltre un secolo di distanza, guardandosi intorno.
Per esempio: sono le meduse la specie più adattabile, ma non le più potenti.
Ecco, ora trasferite tutto sul piano politico (anche mondiale)...
Grazie Federico.
Bravo. L’errore più comune su Nietzsche è pensare che sia darwinista. Orrore! Esiste un aforisma intitolato L’anti-Darwin in una delle sue opere, non ricordo quale. La natura non privilegia il più forte, ma il più debole, il più adattabile. Bisogna aver compiuto il pericoloso percorso di una transvalutazione di tutti i valori per saperlo. Io penso che ciò che chiamiamo forza, bellezza, sia un terrificante lusso, una rarità.
RispondiEliminaMa non sono totalmente d’accordo sul fatto che i deboli si coalizzino contro i più forti, perché in questo caso i più forti vincerebbero comunque. La forza dei deboli sta nell’indebolire l’avversario attraverso morali, filosofie, ideologie, pensa al veleno della compassione. Ci sarebbe da dire molto, ma anche tacere è bello.
Poi, a differenza di te, penso che un blog sia il non luogo adatto per parlare di Nietzsche, quale altro contesto migliore? La vetusta università, il mercatino dell’informazione culturale? In ogni caso bisogna dirlo: usciamo tutti dal pastrano di Nietzsche, iperborei e malati d’umano.
Parole profane, ettore.
RispondiEliminaMalati di iperuranio, ribellatevi alla tirannia di chi pensa per voi!